Domenica 4 dicembre si voterà per il referendum costituzionale: gli italiani saranno chiamati ad esprimersi sulla riforma voluta da Renzi che potrebbe cambiare il futuro dell'Italia e degli italiani. Sul web, da alcune settimane, impazza la campagna referendaria: sia i simpatizzanti del Sì che quelli del No stanno letteralmente invadendo i social network, riportando, alcune volte, notizie false o addirittura vere e proprie bufale. Vediamo nel dettaglio alcune di esse, partendo da quelle che sono una via di mezzo tra bufale e propaganda.
Bufale o propaganda?
I risparmi: la ministra Boschi (e non solo) ha affermato che con la riforma si risparmieranno 490 milioni di euro. La smentita è arrivata direttamente dalla Ragioneria dello Stato che quantifica in 57 i milioni risparmiati con l'approvazione della riforma. Il Pil: il sito Bastaunsì dice che con la vittoria del Sì, aumenterebbe il Pil: ciò non è affatto dimostrabile. I governi tecnici: sempre il sito Bastaunsì riporta l'affermazione "Con la vittoria del No ci condanna a governi tecnici in eterno". In realtà rimarrebbe la Costituzione vigente, che in 70 anni ha permesso la formazione di diversi governi politici.
Parlamento illegittimo: tra i sostenitori del No c'è chi insiste che la riforma sia stata approvata da un Parlamento illegittimo in quanto eletto con una legge elettorale incostituzionale.
Ma non è vero: la stessa sentenza della Consulta che ha dichiarato l'incostituzionalità del Porcellum conferma, infatti, la legittimità delle Camere elette con quel sistema. Senato non eletto: la riforma costituzionale prevede che l'elezione del Senato sia indiretta, un po' come succede ora con l'elezione del presidente del Consiglio.
Ciò non significa che ad eleggere il Senato sarà il partito di maggioranza ma gli stessi cittadini italiani in occasione delle elezioni regionali o comunali, anche se ancora non è stato stabilito con precisione come questa elezione avverrà. L'elezione del presidente della Repubblica: circola da settimana la notizia che, con l'approvazione della riforma costituzionale, basteranno 221 voti per eleggere il presidente della Repubblica, a patto che le opposizioni lascino l'aula.
Ma non si spiega il motivo per cui le opposizioni dovrebbero lasciare l'aula, dato che per eleggere il capo dello Stato serviranno 439 voti, 99 in più dei 340 deputati eletti con la legge elettorale in vigore, l'Italicum.
Le bufale (divertenti) del web
Il caso Litizzetto: Luciana Litizzetto è stata costretta ad intervenire per smentire la bufala secondo cui, dovesse vince il No, avrebbe smesso di fare televisione. La bufala conta oltre 93 mila condivisioni. Dario Fo e la libertà di espressione: poco dopo la morte di Dario Fo, sul web è stata diffusa la notizia secondo cui il regista avrebbe votato Sì "perché un Senato più agile ci darà quella libertà d'espressione per la quale mi batto da tutta la vita".
La citazione, però, è falsa. 500 mila schede già segnate con il Sì sarebbero state trovate a Rignate sul Membro (che non esiste, ma è la fusione tra Rignano sull'Arno e Vergate sul Membro): si tratta di una bufala che gira da poco tempo ed ha già ottenuto 120 mila condivisioni. La Bufala dell'imprenditore fuggito in Russia: Marco Corrosa, un imprenditore italiano fuggito in Russia per scappare dalla pressione fiscale italiana, ha aperto una pagina Facebook per denunciare il tentativo di corruzione da parte di Matteo Renzi. Il premier avrebbe offerto, a lui ed ai suoi dipendenti, il rientro in Italia per votare Sì e cambiare il sistema: una bufala orchestrata, secondo alcuni siti, dal noto 'bufalaro' Gian Marco Saolini e ripresa da alcune testate giornalistiche come Il Tempo. Porta una biro in cabina: "Non usate la matita che ti danno, potrebbero cancellare il tuo voto. Porta con te una biro e usa quella": qualcuno ha diffuso questo messaggio nel gruppo Facebook Club Luigi Di Maio. Una bufala gigantesca, ovviamente.