Nella puntata di questo martedì 21 febbraio della trasmissione "Di Martedì" su La7 è intervenuto Pierluigi Bersani, che intervistato dal conduttore Giovanni Floris ha parlato delle ultime vicende interne al Pd. Ecco le sue parole.

Bersani: 'Non aderisco al PD, ma resto nel centrosinistra. Ci rincontreremo'

All'inizio Bersani ha precisato: "Noi non stiamo bisticciando sulle date o su Renzi. Le disuguaglianze crescono a dismisura e c'è bisogno di idee radicate nei valori della sinistra: senza recuperare rapporti con pezzi di popolo che si sentono traditi, il centrosinistra non potrà battere la nuova destra populista.

Noi non abbiamo fatto nessuno strappo. Io sono rimasto per una sinistra di Governo. Si è spostato lui. Abbiamo chiesto una discussione nei tempi normali. Invece il segretario e la maggioranza hanno voluto una conta pasticciata in due mesi. Se il PD è il partito di Renzi e non è il luogo che cerca di discutere, allora bisogna cercare un'altra strada che consenta al centrosinistra di recuperare il rapporto con il popolo che il PdR non riesce a incrociare"

Lei non rinnova la tessera del PD? "No, non mi sento di iscrivermi al PD, né di partecipare a questo Congresso. Ma non vado certo via dal centrosinistra. Certamente ci rincontreremo. Quest'anno incoronano Renzi che tira dritto senza discutere, ma poi non si lamentino se vince la destra".

Ma perché non sta a difendere la sua casa?

"Sono tre anni che provo a difenderla, ma poi si entra nel campo della dignità. In Assemblea domenica il segretario non ha neppure fatto le conclusioni. Il PD di Renzi per come andrà avanti, non è in grado di incrociare quel pezzo di popolo di cui noi abbiamo assolutamente bisogno. Forse un nuovo movimento può recuperarli.

Un pezzo di popolo se n'è andato, è tutta brava gente, io voglio andare a riprenderli. Durante il referendum ho trovato gente che era del PD e che non lo è più. Forse qualcuno pensa di prendere i voti di Marchionne, ma i rivoglio i voti del nostro popolo. Le dimissioni da segretario di Veltroni e poi la mia furono per difendere il partito a discapito del capo.

Queste dimissioni sono fatte per salvare sè stesso a dispetto della ditta. Mi sentirei più colpevole se lasciassi andare via la gente senza provare a recuperarla. Il PD doveva mettersi a disposizione di un campo largo, perché un partito da solo non può farcela, se non c'è un campo vince la destra. Il punto è: esiste un centrosinistra in grado di competere con la destra nel mondo? C'è Pisapia, ci sono associazioni e tanto altro".

'Sosterremo Gentiloni fino al 2018, ma servono correzioni. Per il reddito di cittadinanza sarei disposto a riavere IMU'

Come vi muoverete in Parlamento? "Io sosterrò sempre questo Governo ma chiederò di correggere qualcosa su scuola e lavoro, è lecito chiedere a Gentiloni qualche intervento correttivo.

I voucher vanno depotenziati. Faremo anche una battaglia per abolire i capilista bloccati nella legge elettorale. Per noi si va a votare nel 2018"

Quando avete capito che con Renzi non vi sareste mai presi? "Dal primo giorno. Sento dire di aver fatto un risultato elettorale pessimo nel 2013 eppure vedo che con i miei voti, hanno governato a lungo. Se adesso vince la destra, li vado a prendere..."

Cosa farete di preciso adesso? "Io non faccio il capo. Al momento due dei possibili candidati del PD hanno deciso di fare un passo indietro, Emiliano farà i conti con la propria coerenza. Creeremo un nuovo movimento che punta a costruire dei rapporti nel centrosinistra, il nome lo decideremo. Nessuno vuole fare la "cosa rossa", assolutamente, ma neppure una cosa che sputi sul rosso. Se un partito di sinistra non parla di uguaglianza non ha senso".

Le vostre principali proposte economiche?

"Se servissero 3 miliardi per fare il reddito di cittadinanza sarei pronto anche a far tornare l'IMU. Poi basta Bonus, serve un welfare vero, c'è una privatizzazione della spesa sanitaria, la gente rischia di stare fuori dalle cure"