Il nuovo partito che nascerà dalla scissione interna al Partito Democratico potrebbe chiamarsi 'Nuova Sinistra'. Lo scrive su Twitter il segretario politico di Rivoluzione Cristiana, Gianfranco Rotondi, che rivela: "La Cosa Rossa di Massimo D'Alema si chiama 'Nuova sinistra'. Era il nome della corrente dc dell'on. Fiorentino Sullo. Pure per battezzare la scissione serve la Dc". Rotondi ha poi aggiunto: "Il marchio nuova sinistra appartiene alla Fondazione Sullo. Ma niente paura: D'Alema è un amico e glielo regalo. Infine un ricordo ed una previsione: Nuova Sinistra di Sullo espresse due ministri, lo stesso Sullo e Dionigi Coppo.

Non è detto che a questi amici oggi vada altrettanto bene".

Caccia al leader

Nelle scorse settimane, prima che la scissione si consumasse, Massimo D'Alema aveva affermato nel corso di una trasmissione televisiva: "Se nasce un nuovo partito della sinistra in Italia, in modo serio, coinvolgendo le forze che penso siano disponibili a farlo, questo partito certamente superebbero il 10% dei voti. Abbiamo fatto fare delle ricerche che lo confermano". Dai sondaggi delle scorse ore, emerge invece che tra gli elettori Pd il 70% è contrario alla scissione.

All'interno del partito, inoltre, in molti sembrano dare ragione al segretario dimissionario, Matteo Renzi, sottolineando che le responsabilità maggiori della scissione sono attribuibili alle scelte della minoranza. L'ex presidente del Consiglio, inoltre, ha dalla sua anche i sondaggi in vista della prossima battaglia congressuale: è molto probabile che venga rieletto segretario, mentre il suo principale avversario, il ministro Andrea Orlando, otterrebbe la metà dei voti.

All'interno della nuova formazione, infine, la battaglia per la leadership dovrebbe consumarsi tra l'ex segretario Pd, Pierluigi Bersani, che avrebbe oltre il 40% dei consensi, e l'attuale presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, forte di almeno un terzo dei voti.

Quanto vale il nuovo soggetto politico?

Stando a sentire il sondaggista Nicola Piepoli, il nuovo soggetto a sinistra del Pd "potrebbe valere tra il 5 e il 7%, una cifra simile a quella registrata anche dalle rilevazioni di Pagnoncelli".

In sostanza, spiega Piepoli, “le intenzioni di voto relative al Pd non si modificano di molto, restano attorno al 31-32%”. Per il noto sondaggista, “il nuovo partito andrebbe ad affollare l'area della estrema sinistra, che non ruba molto al Pd, ma ad altri partiti, oppure pesca nell'area del non voto, come diversi partiti che non puntano al governo".