Stamane in Calabria sono stati condotti nove arresti per infiltrazione mafiosa su alcuni fondi dell’Unione europea destinati alle famiglie in difficoltà.
L’operazione è portata avanti dal procuratore della repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, insieme ai carabinieri del Ros e la Guardia di Finanza di Vibo Valentia. È stata scardinata un’enorme rete di contatti, che aveva lo scopo di 'distrarre' l’arrivo dei fondi Ue per famiglie disagiate. Attraverso la mediazione di varie associazioni il denaro giungeva al clan Mancuso di Limbadi. Tra gli arrestati risulta Nazzareno Salerno, ex assessore al lavoro della Regione Calabria nella giunta Scopelliti, Vincenzo Caserta ex dirigente regionale, l’ex presidente di Calabria Etica Pasqualino Ruberto e l’amministratore delegato della finanziaria Cooperfin spa Ortenzio Marano.
Questi sono solo alcuni nomi delle persone coinvolte. Come si legge in una nota della Procura l’ex assessore della regione Calabria Nazzareno Salerno avrebbe ricevuto un compenso di circa 230 mila euro, direttamente prelevati dai fondi Ue.
Ma non è solo la Calabria ad essere interessata, infatti compaiono altri arresti in altre tre regioni: Lazio, Toscana e Veneto
I reati contestati riguardano la turbativa d’asta, peculato, abuso d’ufficio, corruzione, minaccia ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Tutta una serie di attività criminali che continuano da svariati anni. A tal proposito le reazioni dal mondo politico sono arrivate proprio da Laura Ferrara, vice presidente alla commissione affari legali dell’Unione Europea.
La parlamentare italiana afferma: “L'ennesimo caso di commistione fra mafia e politica che vede coinvolti amministratori pubblici della Regione Calabria, esponenti politici ed imprenditori, rappresenta l'emblema di come il sistema mafioso sia radicato nelle nostre istituzioni”. Poi continua: “La totale assenza della cultura della legalità è una piaga sociale spesso divenuta normalità nella Regione Calabria”.
Parole molto dure arrivano da un esponente del parlamento europeo, che senza mezzi termini attacca il sistema politico- clientelare ancora presente in alcune regioni del sud. Ora è necessario passare dalle semplici denunce ai fatti.