Lo dimostra lo share della prima puntata dei Fantasmi di Portopalo, la miniserie in onda su #Rai uno ieri sera e questa sera. Secondo alcune stime ha raggiunto un gran successo di pubblico: 5.497.000 telespettatori e una percentuale del19.86% . Il film si basa su una storia vera, avvenuta nel Natale del 1996, quando a largo delle coste siciliane, a PortoPalo, è affondata una nave con trecento migranti a bordo. Soltanto uno di loro è riuscito a salvarsi e a raccontare poi, a distanza di cinque anni, l’accaduto. Dapprima nessuno vuole crederci, o meglio i pescatori di Portopalo hanno paura di denunciare, dal momento che quest’azione comporta il sequestro del peschereccio.

Ma da quelle parti la pesca è l’unica fonte di sostentamento, e non possono permettersi di rimanere fermi a terra. La difficoltà della vicenda sta tutta qui: denunciare o fare un tacito accordo tra pescatori? Saro Ferro(che in realtà si chiama Salvo Lupo) è interpretato da Beppe Fiorello, decide di rompere il muro dell’omertà diffusosi tra i pescatori, andando contro i suoi interessi e gli stessi compagni. Da qui parte tutta la vicenda. Il racconto inizia a muoversi, gli altri personaggi cambiano atteggiamento nei confronti del protagonista, e solo un giornalista di Repubblica, interpretato da Giuseppe Battiston, porta avanti la faccenda. Dapprima è incredulo, poi non appena giunto sul posto e ricevute delle intimidazioni capisce che c’è del vero nel racconto del pescatore, proprio in quel momento decide di andare avanti.

Stasera ci aspetta la seconda puntata con nuovi colpi di scena e un finale carico di riflessione

Il film ci invita ancora a credere nella giustizia, che seppur lenta nel nostro paese, prima o poi emergerà sempre. Non dobbiamo mai aver paura di denunciare, sarebbe opportuno avere coraggio prima di lamentarci semplicemente di qualunque cosa.

A un certo punto, durante il film, si apre un dilemma sulla necessità di fare chiarezza, di non offuscare la realtà e sull’importanza della vita. I sentimenti d’umanità del protagonista si percepiscono sin dall’inizio, la sua difficoltà di resistere in quel recinto è percepibile anche al telespettatore distratto. La paura infine non conduce in nessun luogo, molto spesso gli interessi materiali producono una realtà distorta, che davvero crediamo essere quella più giusta. Ma non è così. Saro Ferro dimostra il contrario, e fa capire al pubblico che molto spesso è meglio rischiare, altrimenti si è costretti a vivere soltanto nell’incertezza e nel silenzio.