La battaglia politica si è spostata su un tema di grande presa sugli elettori: i vitalizi per i parlamentari. Infatti sono già 226mila gli italiani che hanno firmato la petizione promossa dal "Il Fatto Quotidiano" contro i privilegi di cui godono circa duemila ex deputati e senatori: un trattamento pensionistico di favore rispetto a quello dei comuni lavoratori, a partire dall’età pensionabile. Forti della spinta popolare, alcune forze politiche si stanno muovendo per eliminare queste disparità che, oltre a un costo, generano soprattutto l’ennesimo danno d’immagine per le istituzioni.
Naturalmente, tutto ciò sta accadendo non senza difficoltà e scontri, soprattutto tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, divisi sulla strada da seguire.
La proposta del M5S
Il M5S ha presentato, lunedì scorso, una proposta di delibera che dovrebbe essere votata dagli uffici di presidenza di Camera e Senato, senza passare dall’Aula. In base a questo documento i regolamenti andrebbero cambiati, eliminando ogni disparità con gli altri lavoratori. Le delegazioni del Movimento hanno già incontrato i presidenti dei due rami del Parlamento per discuterne: Laura Boldrini ha dato la propria disponibilità a mettere subito in calendario questo punto. Il timore dei pentastellati è che si perda tempo, in attesa del 15 settembre, fatidica data in cui scatterà il diritto al vitalizio anche per gli eletti in questa legislatura.
Di Maio annuncia battaglia
È Luigi Di Maio a lanciare l’allarme: "Il M5S porterà la gente in piazza – assicura il vicepresidente della Camera – se capiremo che gli altri partiti vogliono solamente fare melina, organizzeremo già da ora per il 15 settembre una manifestazione di protesta, perché un simile perder tempo è veramente allucinante".
Un primo scontro con la maggioranza, a riguardo, c’è già stato nell’ultima conferenza dei capigruppo di Montecitorio. In particolare, sarebbe stato il presidente dei deputati di Ap, Maurizio Lupi, a pronunciare "parole gravi contro i rappresentanti del M5S". E Di Maio rincara la dose: "Non ci faremo fermare da qualche azzeccagarbugli: senza un taglio ai vitalizi dei parlamentari avremo l’armageddon dei partiti".
La posizione del Pd
Sul fronte del Pd, si cerca di arrivare ad una posizione unitaria sull’argomento. Punto di partenza è la proposta già presentata da Matteo Richetti, ma non essendo l’unico progetto sul tavolo, si potrebbe arrivare ad un nuovo testo di sintesi. Il percorso scelto, però, è diverso da quello del M5S, poiché si punta ad un disegno di legge da discutere in Parlamento: "La delibera del M5S non cambia nulla rispetto a chi sta attualmente percependo il vitalizio – spiega Richetti – la mia proposta, invece, prevede che tutti i vitalizi, passati e futuri, seguano una logica contributiva, cioè si riceverà quanto si è versato, con un ricalcolo anche per chi lo sta già percependo".
Intanto dal partito di Beppe Grillo temono che questo sia solo un tentativo di dilatare i tempi, e minacciano: "foto segnaletiche di chi all’ufficio di presidenza di Montecitorio farà cadere il tema nel dimenticatoio".