Anche se il si definitivo di Matteo Renzi al ‘modello tedesco’ della nuova legge elettorale ancora non è arrivato, l’accordo con Silvio berlusconi sarebbe già stato siglato e, persino, “messo nero su bianco”. Lo scrive Alessandro De Angelis, il giornalista di Huffington Post notoriamente ben introdotto negli ambienti parlamentari, soprattutto quelli Dem. L’unico scoglio da rimuovere sulla via del nuovo Patto del Nazareno - fondato su una legge elettorale proporzionale che consenta un ‘inciucio’ tra Pd e Forza Italia in funzione anti M5S - sarebbe la data delle prossime elezioni politiche.

Il Nazareno 2 vorrebbe un voto anticipato al 24 settembre, oppure, in alternativa, l’1 o al massimo l’8 ottobre. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, invece, sarebbe orientato a consentire le elezioni non prima del 22 ottobre, dopo la presentazione della legge di Stabilità.

Il problema Mattarella

De Angelis riporta le parole di un non meglio identificato ‘renziano’, secondo il quale, in caso di accordo con il Caimano, la data delle elezioni dovrebbe essere fissata per forza in autunno “prima della manovra (economica ndr) e prima delle elezioni siciliane di novembre”, dove il M5S è dato in netto vantaggio sui partiti ‘tradizionali’. Ma il problema sta proprio qui. Dal Quirinale, infatti, filtrano voci (niente di ufficiale) sul fatto che Mattarella sia anche disposto a sciogliere le camere, in presenza di una legge elettorale efficace.

La conditio sine qua non, però, sarebbe la governabilità consentita dalla nuova legge. Dirimente anche la scelta di non ricorrere all’esercizio provvisorio per quanto riguarda la Finanziaria (meglio presentare la legge di Stabilità entro il 15 ottobre con un governo in carica), oltre ad evitare di convocare i comizi elettorali praticamente a Ferragosto.

I tempi ristretti del nuovo Patto del Nazareno

Il punto debole del nuovo Patto del Nazareno, infatti, sono proprio i tempi ristretti. Per votare a fine settembre con una legge elettorale proporzionale in stile ‘tedesco’ che consenta la tanto agognata governabilità, infatti, bisognerebbe sciogliere le camere due mesi prima, esattamente alla fine di luglio.

Fra due mesi, quindi, il ‘modello tedesco’ dovrebbe essere stato già approvato dai due rami del parlamento. Difficile, anche se non impossibile. Ma le trattative tra Pd e FI per la definizione della grandezza dei collegi elettorali sono ancora in alto mare.

E poi, per la prima volta nella storia dell’Italia repubblicana, le liste elettorali dovrebbero essere presentate e i comizi convocati entro Ferragosto, quando gli uffici delle Corti di Appello sono praticamente deserti per le vacanze. Una situazione oggettivamente complicata. È per questo che, scrive ancora De Angelis, ufficialmente il Pd sostiene ancora il Rosatellum, legge elettorale di stampo maggioritario e, intanto, gli “ambasciatori” renziani e berlusconiani (Gianni Letta) fanno la spola con il Colle più alto per sondare gli umori di Mattarella.