Un riuscito spot pubblicitario, ancora in voga, invita a prendere due e pagare uno. In Argentina la Corte Suprema di Giustizia della Nazione ha preso alla lettera il famoso slogan del 2x1 e lo ha applicato anche alle condanne inflitte ai militari dell'ultima dittatura che si sono macchiati di crimini di lesa umanità. Il 3 maggio 2017 il massimo organismo costituzionale argentino ha approvato la legge 24390, già abrogata nel 2001, che riduce della metà le pene per genocidio.
Con questa decisione la consulta ha approvato la richiesta avanzata dalla difesa di Luis Muina, un ufficiale appartenente al commando paramilitare denominato gruppo "swat", condannato dal Tribunale Criminale Federale N.2 nel 2011 a 13 anni di prigione per la sparizione di infermieri, medici e pazienti dell'ospedale Posadas.
I tre giudici, su cinque, che hanno votato si, Elena Highton de Nolisco, Carlos Rosenkrantz e Horacio Rosatti sostengono di aver seguito le indicazioni dettate dall'art. 2 del codice penale, secondo cui "se la legge vigente al tempo in cui è stato commesso il delitto è diversa da quella esistente al momento della sentenza si applica la più benevola". Il giorno seguente alla sentenza di ammissibilità del 2x1 la procuratrice federale Angeles Ramos ha presentato una richiesta di incostituzionalità della legge 24390.
A poco più di un mese dalle celebrazioni del 24 marzo, quando mezzo milione di persone è sceso in piazza a Buenos Aires e altrettante in tutto il paese per chiedere ancora una volta verità, giustizia, e memoria per i desaparecidos, questa è stata la risposta della Corte Suprema.
LE REAZIONI DEGLI ORGANISMI DEI DIRITTI UMANITARI
Durissime le reazioni delle associazioni dei diritti umani, che hanno convocato una manifestazione generale per il 10 maggio alle ore 18,00 in Plaza de Mayo. L'Assemblea per i Diritti Umani (APDH), affida il proprio sdegno ad un comunicato stampa in cui si afferma: "Questa legge non ha altro proposito che consacrare l'impunità.
Tutto questo è un aggravio alla lotta dei sopravvissuti, dei familiari delle vittime e degli organismi dei diritti umanitari che da 40 anni continuano a lottare per verità, giustizia e memoria".
Las Madres de Plaza de Mayo si preoccupano, invece, del fatto che la sentenza potrebbe creare un precedente giuridico e aprire le porte del carcere a gente come Alfredo Astiz o Jorge "el tigre" Acosta, che usufruirebbero dei benefici della 2x1 anche in presenza di ergastolo, poiché la pena massima è di 25 anni.
La decisione presa dalla Corte Suprema di Giustizia della Nazione rischia di portare l'Argentina indietro di molti anni. In un paese dove si è dovuto sopportare a cadenza naturale leggi vergogna come las leyes de punto final (86) y de obedencia debida (87) e gli indulti menemiani del 90, suona sinistro il pressing portato avanti in sinergia da alcuni settori della chiesa e del governo Macri che operano per un processo di "riconciliazione", e sembra beffardo il fatto di voler concedere una speranza di vita libera a chi ha passato gran parte della propria esistenza a sequestrare, torturare e somministrare morte.