Non poteva che concludersi nello stesso modo in cui era iniziato il viaggio di Luigi Di Maio alla Harvard University di Boston. Polemiche e attacchi al vetriolo hanno accompagnato l’intervento del vicepresidente della Camera ed esponente di spicco del Movimento5Stelle, che si è misurato per la prima volta dinanzi a una platea internazionale così prestigiosa. Una sfida che Di Maio ha affrontato forte della fiducia dell’elettorato grillino, pronto a incoronarlo candidato leader alle prossime elezioni governative. A settembre, infatti, arriveranno le cosiddette primarie online che verranno gestite dalla Casaleggio Associati attraverso la piattaforma Rousseau.
Di Maio ha annunciato questo e molto altro in Massachusetts incassando stoccate non certo di poco conto dagli organizzatori del convegno ad Harvard. Il vicepresidente della Camera è stato etichettato un “populista di destra” dal relatore che ha voluto chiarire ai presenti la bontà della sua scelta. Un evento volto a gettare lo sguardo al di là delle proprie convinzioni, un confronto importante per capire cosa si cela dietro una nuova forza politica europea che è pronta ad affacciarsi al governo della sua nazione. Di Maio, imbarazzato da diverse domande scomode, ha dimostrato di cavarsela bene sotto pressione rispondendo alle stesse con diplomazia e relativa tranquillità.