La proposta di legge sulla legittima difesa ha scatenato un mare di polemiche. La restrizione alle ore notturne per quanto concerne la possibilità di difendersi senza incorrere in procedimenti penali ha creato malcontento tra la popolazione e tra alcuni rappresentati delle opposizioni, tra cui Matteo Salvini che la reputa una "presa in giro" e dichiara che farà di tutto per arrivare al Referendum popolare. La proposta ieri è stata approvata dalla Camera ed oggi dovrebbe passare al vaglio del Senato. Pietro Grasso invece spera nel Senato per opportune modifiche al testo, che spera intervenga cambiando alcune linee guida della legge.

A gran voce invece si richiede il Referendum da parte della Lega Nord. Salvini dichiara che raccoglierà le firme se la norma non dovesse subire profonde variazioni ed approfitta dello sbandamento politico creato dal problema della legittima difesa per incitare la corsa al voto.

Cosa prevede la nuova legge

La norma al vaglio del Senato introduce delle varianti sulla legittima difesa. Principalmente sarà considerata legittima difesa ogni reazione ad 'aggressioni in casa propria, negozio o ufficio che verrà perpetrata durante la notte o se secondaria ad un'introduzione violenta, con uso di minaccia o inganno. La difesa deve essere sempre proporzionata all'offesa e al pericolo evidente. Reagire in modo non eccessivo significa anche usare un'arma se l'aggressione mette in pericolo la propria incolumità o quella dei familiari o si difende il proprio patrimonio.

Quando si spara per errore è valida la legittima difesa se l'azione è stata provocata da turbamento psichico a causa dell'aggressione, sempre in caso di aggressione personale o sessuale. Se quindi l'aggredito viene dichiarato non punibile perché ha agito per legittima difesa, lo stato coprirà tutte le spese processuali e pagherà i compensi legali.

Quest'ultima normativa potrebbe costare allo Stato una cifra vicina ai 295.000 euro.

Un errore anche di grammatica

Pare che la tanto contestata proposta sulla legittima difesa contenga anche degli errori di sintassi. Ci sarebbe un "orrore" grammaticale legato all'uso della congiunzione "ovvero" che è usato in una frase in maniera ridondante.

In terminologia giuridica "ovvero" ha l'unico significato disgiuntivo di separazione tra 2 concetti alternativi. La frase incriminata è la seguente: "la reazione ad un'aggressione avvenuta di notte, ovvero la reazione che segue l'introduzione nei luoghi con violenza a persone o a cose ovvero con minaccia o con inganno". La frase, se analizzata grammaticalmente, tenendo a mente il significato giuridico di ovvero, non ha significato.