Il consiglio regionale della Liguria guidata da Giovanni Toti ha approvato una riforma della legge che riguarda la destinazione delle case dell’edilizia residenziale pubblica, che consentirà di ottenere un alloggio a chi è residente sul territorio nazionale da 10 anni e nella regione da 5. Ma ad essere tutelate sono anche altre categorie troppo spesso "dimenticate".

Cosa prevede la riforma

Con il provvedimento approvato dal consiglio regionale, il 50% delle abitazioni sarà assegnato in base all’Isee e l’altro 50% alle seguenti categorie sociali: anziani over 65, persone sole con minori, famiglie con disabili e malati terminali, famiglie soggette a procedure esecutive di rilascio, appartenenti alle forze dell’ordine, genitori separati o divorziati, giovani coppie under 40 con figli.

La riforma, tra le altre cose, prevede la vendita di immobili di pregio inutilizzati per recuperare risorse da destinare a programmi di costruzione, acquisto e recupero di alloggi pubblici ed il bando per l’assegnazione delle case ogni due anni. A far rumore, però, è il criterio riguardante la residenza sul territorio nazionale e regionale: gli stranieri dovranno risultare residenti da 10 anni sul territorio nazionale; mentre sia italiani che stranieri devono dimostrare di essere residenti da 5 anni nel Comune che emana il bando e devono documentare l’assenza di condanne penali passate in giudicato, ad eccezione di coloro che hanno concluso un percorso di riabilitazione.

Scontro politico per la riforma sulle case

La riforma è passata grazie ai 16 voti della maggioranza di centrodestra composta da Forza Italia, Lega nord, Fratelli d’Italia e dai centristi di Area Popolare. Contro la riorganizzazione dei criteri di assegnazione delle case popolari si sono schierati Pd, M5S e Rete a Sinistra-Libera-Mente Liguria.

Puntuali sono arrivate le accuse da parte dell’opposizione che ha parlato di “discriminazione” e “razzismo”. Gianni Crivello, candidato a sindaco di Genova per la sinistra, l’ha definita una “riforma pessima e discriminatoria come nella migliore tradizione della Lega”. Secondo Crivello, con questo provvedimento, l’edilizia residenziale pubblica diventerà inaccessibile per le fasce più deboli, per chi non è nato in Italia o per i residenti nei comuni da meno di cinque anni.

La soddisfazione di Toti e Scajola

Questa riforma, secondo il presidente della Liguria Giovanni Toti, non solo mette al centro i liguri e gli italiani, ma assicura anche più investimenti e più facilità di soluzione a chi davvero ha bisogno di un alloggio pubblico. Non solo, il provvedimento permetterà anche di ridurre sprechi e inefficienze. Secondo l’assessore regionale all’edilizia, Marco Scajola, quanto stabilito dal consiglio regionale facilita l’accesso all’edilizia pubblica ad una serie di soggetti in difficoltà, che prima erano esclusi dai bandi per l’assegnazione degli alloggi. E tra questi – secondo Scajola – ci sono soprattutto gli italiani, i cittadini che risiedono da più anni in Liguria, e categorie a rischio come anziani, portatori di handicap, famiglie con malati terminali a carico, giovani coppie, genitori separati, madri sole con figli, Queste persone, come hanno sottolineato Toti e Scajola, rappresentano un mondo che fino ad oggi non aveva avuto risposte concrete dalle istituzioni.