Il 6 e 7 luglio si apre ad Amburgo il G20 e alte sono le aspettative, come dimostrano anche le azioni in fase di preparazione all'evento. Ieri, lunedì 12 giugno, si è tenuta a Berlino una pre-conferenza cui erano presenti alcuni dei massimi rappresentanti della politica internazionale: tra gli altri, per l'Italia, il presidente del Consiglio Gentiloni e il ministro dell'Economia Padoan; la direttrice del FMI (Fondo Monetario Internazionale), Christine Lagarde; il presidente della Banca Mondiale, Jim Yong Kim; il Commisssario europeo agli Affari economici, Moscovici, e il presidente della Bundesbank, Weidmann.
Durante la conferenza è emerso più degli altri quello che sarà uno dei fulcri dominanti del summit di luglio, ossia lo sviluppo dell'Africa. Si è parlato di un "Piano Merkel", per fare riferimento a un piano di investimenti voluto dalla leader tedesca in favore della crescita del continente africano.
Il Piano per l'Africa della Cancelliera tedesca
Il nuovo Piano di investimenti in Africa prende il nome da un altro che ha segnato la storia passata - il Piano Marshall dopo la seconda guerra mondiale - e corrisponde a uno stanziamento di 300 milioni di euro per l'occupazione in Africa. Una cifra considerevole che, come previsto dal ministro dello Sviluppo tedesco, servirà a:
- sostenere programmi di formazione professionale e occupazione locale e coinvolgerà paesi come Tunisia, Ghana, Costa d'Avorio, prima di tutto. A cui seguiranno, in un secondo momento, Marocco, Ruanda, Senegal ed Etiopia;
- stimolare le riforme sul territorio africano, tali da "attrarre un numero maggiore di investimenti privati" (tale misura prende il nome di "Compact with Africa".)
Il Piano per l'Africa è ambizioso e prevede un impegno ingente da ambo le parti.
Se da un lato si prevedono forti investimenti per favorire lo sviluppo dei paesi africani, dall'altro lato sono richiesti profondi cambiamenti strutturali da parte delle nazioni africane, che sono chiamate a un impegno oggettivo per il rispetto dei diritti umani, per la lotta alla corruzione e per la salvaguardia dello stato di diritto.
Ragioni per investire in Africa secondo Angela Merkel
Il Piano prende il nome dalla leader tedesca in segno d'omaggio al suo impegno di mettere l'Africa al centro del dibattito in preparazione del summit che la Germania sarà chiamata a presiedere a luglio. Nel vertice di Berlino di ieri, la Merkel ha spiegato le ragioni per un tale investimento.
Non si tratta di un banale aiuto economico a paesi emergenti. Un lavoro sinergico di quanti più paesi possibili per migliorare le condizioni in Africa equivale, infatti, a "creare più sicurezza anche per noi", ha spiegato. In questo senso, la Merkel ha messo in dubbio l'efficienza degli aiuti stanziati fino adesso. "Nei paesi emergenti dobbiamo chiederci se abbiamo seguito sempre la strada giusta. Non credo". Il suo suggerimento è, piuttosto, quello di orientarsi maggiormente "sullo sviluppo economico dei singoli Stati". Nel prossimo G20 di Amburgo il suo intento principale sarà quindi quello di coinvolgere quanti più paesi possibile in questa direzione.