Il termine fake news è ormai ben noto al popolo dei social network: quando parliamo di fake news indichiamo notizie false e fuorvianti accompagnate da un titolo sensazionalistico, con contenuti generalmente inventati dai redattori. Generalmente la diffusione di queste notizie avviene sui social network ed ha per protagonisti i membri della classe dirigente italiana ed europea; uno dei temi più ricorrenti è sicuramente l’immigrazione: molte di queste fake news trovano terreno fertile nelle paure degli italiani rispetto all’ingente ondata migratoria che dall’Africa arriva in Italia, dal rischio di dover pagare tasse più alte per il sostentamento dei migranti fino al timore che questi ultimi possano compiere crimini efferati sul suolo italico o 'rubare' il lavoro alle nuove generazioni.

La fake news su Kyenge

Ma l’ultima fake news ha avuto come protagonista la Kyenge (ex-Ministro per l'Integrazione sotto il Governo Letta nel 2013) e delle 'sue' (false) dichiarazioni sul caso di Charlie Gard, bambino inglese affetto da una gravissima malattia tenuto in vita artificialmente. Secondo la pagina Falange Nera -dichiaratamente filofascista- l’ex Ministro avrebbe detto ciò: 'Terminate l’esistenza di quel bambino bianco, non vorrei che gli immigrati incomincino a temere per i vostri figli, visto il trattamento che diamo qua in Europa' sotto alla pseudo-dichiarazione un invito a condividere sulla propria bacheca la notizia facendo leva sulla rabbia generata nel lettore. Parole fortissime che non sono sfuggite ai controlli del social network e allo stesso ex ministro.

Oggi la pagina ‘Falange Nera’ è stata chiusa in quanto non rispettava gli standard di Facebook; non si fa attendere infine la risposta dell’ex Ministro: 'Con questa bufala si oltrepassa il limite' scrive la Kyenge dal suo profilo Facebook 'Per una manciata di like, in favore della loro campagna d'odio, la pagina di un sedicente gruppo neo-fascista ha deciso di strumentalizzare l'immagine del povero Charlie, attribuendomi frasi che chiaramente non mi appartengono.

Vergogna! Vergogna per quelle persone che hanno voluto farsi beffe del dolore e della disgrazia altrui, sfruttandolo per il proprio tornaconto. Vergogna! Fermiamo l'odio'. Solo un altro caso, questo, di un fenomeno che imperversa da anni sul web e che pone le sue basi sulle paure e sulla rabbia degli italiani.