Matteo Salvini svela il suo piano per cercare di mettere fine all’invasione delle coste italiane da parte dei migranti provenienti dall’africa attraverso la rotta libica. Ospite della trasmissione Agorà Estate, in onda su Rai 3, il segretario della Lega mette a confronto i 50 miliardi di euro elargiti negli ultimi anni dai governi italiani al Fondo salva stati e banche, con quanto si potrebbe realizzare se la stessa cifra fosse destinata direttamente al continente nero. Naturalmente, aggiunge Salvini, quei soldi non dovrebbero essere affidati né ai governi del posto, né alle Ong, per non rischiare di vederli sparire.
I particolari del piano Africa di Salvini
Secondo il leader leghista, dal 2011, anno dell’insediamento del non-eletto Mario Monti a Palazzo Chigi, i cittadini italiani hanno dovuto destinare, attraverso il pagamento di tasse e balzelli, circa 50 miliardi di euro alle casse dell’Unione Europea. Complici di questo ‘furto’ ai danni degli italiani sono stati, naturalmente, anche i governi guidati da Enrico Letta (2013-2014) e Matteo Renzi (2014-2016), mentre Gentiloni non viene neppure citato. Anni durante i quali i burocrati di Bruxelles hanno distribuito questo tesoretto di 50 miliardi tra la Grecia, la Spagna e, persino, la Germania.
Soldi in Africa sì, ma nelle mani giuste
Allora, si chiede polemicamente Salvini, se è stata trovata quella cifra mostruosa in così poco tempo per le banche, pensate a cosa potrebbe essere fatto in Africa con 50 miliardi.
“Altro che pozzi d'acqua, scuole, strade, ospedali”, aggiunge il leader della Lega, convinto che questo 'dirottamento' del flusso di denaro dalle casse di organizzazioni no profit e cooperative di stanza in Italia a quelle di non meglio precisati soggetti operanti nel Continente Nero sia l'unica soluzione percorribile. Ma bisogna fare attenzione, precisa Salvini, perché non è sufficiente spedire soldi in Africa, rischiando di vederli sparire per colpa di governi corrotti, come è accaduto fino ad ora.
La soluzione per fermare l’esodo di migranti sarebbe quella di consegnarli nelle mani di quelle che il segretario del Carroccio definisce “persone giuste”, anche se non chiarisce chi dovrebbero essere questi soggetti. A conferma della bontà della sua tesi, cita poi l’esempio dei 4 miliardi e 600 milioni spesi solo quest’anno dal governo italiano per “svuotare un pezzo di Africa e portarli qua”. Molto più utile invece, conclude, sarebbe fare il percorso inverso, visto che le stesse cifre spese direttamente in Africa avrebbero effetti ben più positivi.