In occasione dell'ultima giornata del "Politicamp" organizzato da Possibile a Reggio Emilia, si è svolto un dibattito sul futuro della sinistra a cui hanno partecipato, oltre al leader del movimento Pippo Civati e a Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana, pure Roberto Speranza. Vediamo che cosa ha dichiarato in plenaria il deputato di Articolo 1 - MDP.

'Paradosso che nel tempo in cui la diseguaglianza è più forte, la sinistra sia in difficoltà in tutto il mondo'

Roberto Speranza ha esordito dicendo: "Abbiamo bisogno di stare insieme per rispondere alla domanda che il nostro popolo ci fa di essere uniti: rispetto a ciò che si muove nel nostro paese e nel mondo noi non possiamo permetterci divisioni incomprensibili e quindi dobbiamo fare un percorso tutti insieme per unire".

Poi Speranza ha proseguito dicendo: "Il paradosso di questo tempo è che la sinistre in giro per il mondo sono nate essenzialmente per battersi contro le diseguaglianze, ma proprio mentre le diseguaglianze esplodono senza precedenti (con 8 uomini nel mondo che sono più ricchi rispetto a metà del pianeta) la sinistra sembra senza parole: è un paradosso più grande di noi, che va oltre l'Italia. Trump ha vinto le elezioni coi voti degli operai, come pure la Le Pen in Francia ha sfondato nei ceti popolari. Nel mondo l'area progressista è dentro a una ricerca, quella di provare a tornare sé stessa e le parole d'ordine per le quali milioni di persone nel mondo hanno deciso di stare da questa parte.

Ora basta con la sinistra che imita la destra e basta con la sinistra subalterna. In Italia dobbiamo stare dentro questa sfida, provando a rovesciare la piramide: non si mettano davanti sigle, nomi e personalità, serve costruire una grande agenda politica coraggiosa che tenga dentro la radicalità e un profilo di Governo; sono parole fra loro non incompatibili che possiamo tenere insieme".

'PD è centrista e personale. Serve un nuovo grande soggetto politico, non un cartello che si divide in parlamento'

Su come fare l'unità della sinistra, Speranza ha proposto: "Mettiamo insieme 4 o 5 punti programmatici che ci uniscono: dal lavoro alla scuola fino alla progressività fiscale. Ma abbiamo bisogno anche della partecipazione del nostro popolo, non è sufficiente una stretta di mano fra leader.

In gioco non c'è il destino di qualcuno, ma qualcosa di più grande: la destra è forte e crescente perché in sintonia con le paure del tempo che viviamo, l'immigrazione, le frontiere e l'identità sono le paure di questi anni e non possono essere sottovalutate. Poi c'è il M5S che ha saputo intercettare la rabbia e la voglia di rottura, se da qualche anno milioni di italiani votano per Grillo significa che sta arrivando un messaggio fortissimo che non possiamo ignorare, anche perché un pezzo della nostra gente ha finito per votare per i grillini. Fuori da tutto questo, in un paese normale, ci dovrebbe essere una grande forza di sinistra e progressista, e quando siamo stati nel Pd abbiamo pensato che tale partito potesse esserlo ma purtroppo quel progetto è finito, ha fallito e ha tradito le speranze: non ne sono contento ma è un dato di fatto, quello è diventato un partito centrista, personale e prendi-tutto.

E' un partito che sta dalla parte di chi ha vinto e non dalla parte di chi non ce la fa, quindi ha tradito la propria missione. Ecco, in questo quadro c'è un vuoto: manchiamo noi. Sulle nostre spalle c'è una responsabilità storica, più grande di ognuno di noi, ed è quella di costruire un nuovo grande orizzonte politico. Con coraggio va detto che serve un nuovo grande soggetto politico, non un cartello che si attacca con la colla e un attimo dopo si divide in parlamento. Ci sarà gradualità, ma quel vuoto va colmato e ciò dipende da noi".