Una donna tra i giganti della politica del XXI secolo. Angela Merkel non è una 'signora simpatia' e per gli euroscettici è il male assoluto, forse perché la cancelliera tedesca oggi è il principale pilastro su cui poggia l'Unione Europea ed è un'avversaria troppo forte per un populismo ricco di proclami, ma povero di veri programmi. L'economia tedesca in fin dei conti continua a fare da traino al vecchio continente ed il merito di questo ruolo centrale va accreditato alla cancelliera ormai in carica dal 2005, da tre mandati consecutivi. Oggi, 24 settembre, la Germania va al voto per il rinnovo del Bundestag ed è difficile ipotizzare un risultato diverso dal quarto mandato di fila della Merkel.
Le ultime rilevazioni danno la CDU, partito della cancelliera, in testa con il 36 % dei consensi contro il 23 % dei socialdemocratici di Martin Schulz. A preoccupare i partiti di maggioranza, più che altro, è l'inatteso recupero dell'estrema destra dopo il crollo dei mesi passati. Alternativa per la Germania potrebbe arrivare al 12 %, nelle ultime settimane ha guadagnato quasi quattro punti percentuale ed ingrossa le file dei partiti che possono fare da terzo incomodo nella nuova composizione del parlamento federale tedesco.
Simbolo della 'vecchia guardia'
La longevità di Angela Merkel è incredibile, se pensiamo ad esempio al risultato elettorale di altri Stati membri dell'Unione. In Austria i due storici partiti di maggioranza, Popolari e Socialdemocratici, sono andati incontro ad una Caporetto alle elezioni presidenziali.
In Francia, forze politiche tradizionali come il Partito Socialista si sono sciolte come neve al sole, anche se alla fine i transalpini hanno premiato il neonato movimento del giovane socialista dissidente Emmanuel Macron, respingendo l'avanzata dell'estrema destra. In Germania, in questi anni, la CDU della Merkel è sempre rimasta intorno alla soglia del 40 per cento ed è una garanzia non solo per il proprio Paese, ma anche per l'Unione Europea.
Comunque vada, il principale sfidante è l'ex presidente dell'europarlamento, Martin Schulz, ed anche in questo caso si tratta ovviamente di un ferreo europeista. Il vantaggio dei cristiano democratici è rassicurante ed una rinnovata grande coalizione con i socialdemocratici garantirebbe una solida maggioranza. Ha caratterizzato gli ultimi anni di governo, ma oggi è da ricostruire.
I terzi incomodi
A presiedere la destra radicale tedesca è sempre Frauke Petry, anche se il vero ideologo è sempre stato il vice presidente Alexander Gauland. Candidata alla cancelleria è Alice Weidel, una scelta che rompe i ponti con un certo stereotipo della destra se consideriamo che l'aspirante premier di Alternativa per la Germania è dichiaratamente omosessuale e convive da anni con la produttrice cinematografica Sarah Bossard. E la Weidel si è intestata una battaglia per i diritti gay a tinte islamofobe, sostenendo che l'integralismo di certe culture e religioni è, oggi, la minaccia più grave per gli omosessuali. Una mossa certamente abile per catturare il voto di persone solitamente vicine ad altre aree politiche.
Alternativa per la Germania, del resto, contende il ruolo di terza forza politica tedesca all'estrema sinistra rappresentata da Die Linke che i sondaggi danno intorno al 10 % e che candida alla cancelleria Sahra Wagenknecht, componente del Bundestag dal 2009. Da tenere d'occhio anche liberali e verdi che i sondaggi danno, rispettivamente, al 9 ed all'8 %.
Ipotesi di governo
Tra i vari prospetti presentati da analisti politici tedeschi, il Partito Liberale ed i verdi potrebbero rappresentare una mina vagante per eventuali coalizioni di governo. La grande coalizione tra cristiano democratici e socialdemocratici, infatti, non è poi così scontata e c'è anche chi ha ipotizzato possibili alleanze della CDU con i partiti citati.
Altri addirittura, conti alla mano, hanno pure prospettato una maggioranza alternativa che potrebbe lasciar fuori la Merkel: quella tra socialdemocratici, estrema sinistra e verdi. Ma alla luce dei rapporti tra le sinistre tedesche, non diversi da quelli burrascosi che caratterizzano la medesima area politica in Italia, ciò sembra pura fantapolitica. Numeri alla mano, l'alleanza CDU-socialdemocratici è l'unica che sfonda il muro dei 343 seggi necessari per la maggioranza assoluta al Bundestag ed Angela Merkel lo sa fin troppo bene. Tutto questo, a meno di clamorose sorprese alle urne.