Ci saranno anche 25mila italiani ad esprimere la loro preferenza per il rinnovo del Parlamento tedesco domenica 24. Tra questi oltre 5mila con "Italienische Migrationshintergrund" cioè immigrati di seconda e terza generazione e "Bio-Deutsche" che si sono trasferiti - in ondate successive - dall'Italia nella capitale tedesca in cerca di condizioni migliori di vita.

Abbagliati dal mito della Germania dove tutto funziona alla perfezione ("zac-zac" ironizzava Lino Banfi nel film "Indovina chi sposa mia figlia" riferendosi alla proverbiale efficienza teutonica) anche i nostri figli, poco più che ventenni hanno tentato l'avventura dell'espatrio.

Ma con quali risultati?

Gruppi e forum di italiani a Berlino (e non solo italiani….) sono la lente di ingrandimento e la fonte più attendibile per chi è in cerca di verità su ciò che accade realmente a chi ha potuto coronare il sogno di varcare infine la frontiera del Brennero. Delusione, frustrazione, disorientamento, rabbia, sgomento. Sono questi i sentimenti che prevalgono, fra tutti, sui social. Ed emergono fin dal primo contatto con il Job Center dove al termine di lunghe estenuanti e ripetute visite con la cartella zeppa di documenti sotto il braccio le speranze cominciano già ad assottigliarsi. Ammortizzatori sociali? Sì, ma non prima di aver lavorato 5 anni sul suolo tedesco. Peccato che al mercato del lavoro sia rimasto ben poco da offrire dopo la crisi che dal 2008 ha cominciato a colpire duro.

A tutti i livelli. 50 filiali della Deutsche Bank che chiudono nel giro di poche settimane nella sola Berlino non sono uno scherzo e la dicono lunga su come se la passano oggi i tedeschi. E che dire del crack di compagnie aeree come Lufthansa e Air Berlin , quotidianamente al centro dell'attenzione da parte dei notiziari televisivi?

La crisi delle compagnie va ad aggiungersi alla ripetutamente paventata chiusura dell'aeroporto di Tegel dove i disagi e le attese si moltiplicano ogni giorno per gli sventurati passeggeri che hanno già dovuto fare i conti con i ritardi accumulati dalla S-Bahn a causa degli interminabili lavori sulla linea del "Ring". Solo uno degli innumerevoli cantieri aperti da anni e mai chiusi.

Dove sono finiti - sono in molti a chiederselo - i 33 miliardi in più investiti dall'ultima legislatura per i lavori pubblici?

Di male in peggio con la nuova Giunta

Certo è che la giunta di Michael Muller (SPD) - sindaco governatore di Berlino dal 2014 - non ha apportato grandi miglioramenti. Anzi, a detta di molti, da quando è lui a governare la città, le cose sarebbero di gran lunga peggiorate.

Ma come reagiscono i Berlinesi a questo stato di cose? Resistono, per lo più rassegnati, bofonchiando di tanto in tanto qualche epiteto contro questo o quel politico o amministratore. Ma poi rientrano nei ranghi. Abituati come sono - da una storia dura, talvolta spietata anche per loro (prima i bombardamenti a tappeto del '43 poi l'avanzata dell'armata rossa) - a piegarsi e a subire.

"Berlino è troppo povera per essere colpita dalla recessione" - ha dichiarato qualche anno fa un musicista irlandese in cerca di fortuna. Non si sbagliava. Berlino non è un posto per "svoltare" o per diventare ricchi.

Secondo la Fondazione Bertelsmann - una delle maggiori aziende multimediali al mondo - Berlino è così povera che ha perso quella competitività che in realtà non ha mai avuto. Un berlinese su cinque vive col sussidio statale, il minimo per sopravvivere, dato statistico che contrasta nettamente con lo standard di vita della Baviera, dove solo il 5% della popolazione è assistito dallo Stato.

In questo scenario così poco rassicurante - aggravato dai recenti scandali e dalle accuse di corruzione - cosa potrebbero cambiare davvero le imminenti elezioni?

Persino la stampa straniera si dichiara per lo più pessimista sugli esiti di questa nuova chiamata al voto per i tedeschi. Secondo The Guardian la Cancelliera Merkel ha molte possibilità in più di vincere se non altro perché garantisce lo statu quo e fa sentire i tedeschi protetti. Insomma Mamma Merkel resiste, anche nei sondaggi. Non foss'altro perché i tedeschi sono sempre stati e restano - con o senza Muro - un popolo di conservatori. O perché semplicemente hanno capito che Schulz e Merkel sono due facce della stessa medaglia. E che niente e nessuno riuscirà, nemmeno nella prossima legislatura, a tirarli fuori dall'immobilismo in cui, di fatto, sono impantanati da almeno un decennio.