Lo scandalo Banca Etruria rischia di mettere fine in maniera drammatica alla carriera politica di Maria Elena Boschi. Le audizioni in commissione parlamentare sulle banche di Giuseppe Vegas, Giuseppe Consoli, Ignazio Visco e Federico Ghizzoni hanno confermato il reiterato interessamento dell’ex ministra per salvare la banca di cui il padre Pierluigi era vicepresidente al momento del fallimento. Anche se lei e Matteo Renzi si affrettano sui mass media a ringraziare le personalità appena citate per non aver parlato di ‘pressioni’, nel Pd non tutti la pensano così.

Anzi, in molti si sono convinti che la ricandidatura della Boschi alle prossime elezioni politiche non possa che togliere voti al partito. Per questo sarebbe stato commissionato perfino un sondaggio riservato alla Swg sull’impatto dell’affaire Banca Etruria, naturalmente con risultato negativo. I big del partito intanto tacciono, mentre la minoranza interna chiede di rivalutare la posizione della numero due del Giglio Magico. Trentino Alto Adige, Basilicata e provincia di Arezzo sulle barricate contro una sua ricandidatura.

Sezioni locali del Pd in rivolta contro la Boschi

Nonostante i mal di pancia anti boschiani che giungono dall’interno del Nazareno, il segretario Renzi ha già fatto sapere di voler ricandidare Maria Elena Boschi alle prossime elezioni, sicuramente anche in un listino bloccato e sicuro oltre che in un collegio.

E il portavoce della segreteria, Matteo Richetti, ha confermato che “la Boschi sarà candidata, dove lo decide il Pd”. Peccato che la decisione del partito rischi di essere forzata, viste le defezioni che si stanno susseguendo giorno dopo giorno. In Trentino Alto Adige la sezione locale del Pd ha addirittura indetto una raccolta firme contro la candidatura della Boschi.

Non va meglio in Basilicata da dove comunicano che non ci sono posti in lista, se non in Senato. Ma la Boschi non ha ancora raggiunto i 40 anni di età necessari. Problemi pure nella natia Arezzo, dove il segretario del partito del luogo parla esplicitamente di “candidatura complicata”.

Franceschini, Minniti e Delrio muti. Orlando e Cuperlo all’attacco

Ma anche a livello centrale la sensazione di isolamento intorno alla Boschi è palpabile. Il Pd le sta facendo il vuoto intorno. Molti big del partito, teoricamente renziani, si sono chiusi in un fragoroso silenzio sulla vicenda. È il caso dei ministri Dario Franceschini, Graziano Delrio e Marco Minniti. Non ha perso invece la parola la minoranza interna. Andrea Orlando ha fatto sapere che si deve ragionare bene sulla composizione delle liste di cui si inizierà a parlare solo dopo le festività natalizie. Secondo Gianni Cuperlo, invece, Maria Elena Boschi avrebbe fatto bene a “seguire l’esempio di Renzi”, dimessosi dopo la sconfitta nel referendum costituzionale del 4 dicembre.