L'indagine sul Russiagate, le presunte interferenze russe sulla campagna presidenziale americana del novembre 2016 che decretarono l'elezione di Donald Trump potrebbero essere giunte ad una svolta fondamentale. L'ex Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Michael Flynn, avrebbe ammesso di aver mentito all'FBI sulle motivazioni dei suoi contatti sulla Russia. Questa dichiarazione, ovviamente, ha delle conseguenze pesanti non solo sulla politica interna americana, ma anche sulla politica internazionale ed anche sull'economia mondiale come vedremo.
Le dichiarazioni di Flynn
Michael Flynn, attualmente, sta deponendo in Tribunale, e da quello che è trapelato finora, avrebbe ammesso che le sue azioni precedenti sono state sbagliate. Di conseguenza, nel migliore interesse suo e dei suoi familiari, avrebbe deciso di fornire piena collaborazione al Procuratore Generale. Inoltre, avrebbe dichiarato di assumersi la piena responsabilità delle sue azioni e delle sue dichiarazioni. Tra queste quella che ha creato e promette di creare ulteriori turbolenze interne ed esterne è quella in base alla quale il candidato Donald Trump lo avrebbe incaricato di avviare contatti con i russi, anche se non sembra aver specificato a che titolo.
Sembra, inoltre, sempre secondo i bene informati, che Flynn testimonierà circa i suoi contatti con l'ambasciatore russo a Washington Sergei Kislyak del dicembre 2016, cioè il periodo di transizione tra l'elezione di novembre e l'insediamento del gennaio 2017 sui quali avrebbe, in precedenza, rilasciato dichiarazioni mendaci.
Ciò che insospettisce il Procuratore Generale Muller è che Kislyak ha lasciato Washington sette giorni dopo l'elezione di Trump.
Per di più, sembra che i contatti siano stati discussi e coordinati da Flynn insieme al genero del Presidente Trump, Jared Kushner. Almeno è quanto sostengono i media americani come il Washington Post affermando di citare documenti riservati a disposizione degli inquirenti.
E, sempre secondo le carte citate dai media, il genero del Presidente non sarebbe stato l'unico del suo stretto entourage a parlare con Flynn dei contatti con i russi.
Le conseguenze interne e internazionali
Fino ad oggi le conseguenze del Russiagate si sono fatte sentire, più che altro, a livello di politica interna degli USA.
Infatti, la squadra del Procuratore Generale Muller ha ottenuto l'incriminazione di Paul Manafort, ex capo della campagna elettorale di Donald Trump, ma che manteneva lucrosi affari e buoni rapporti con l’Ucraina di Yanucovich, l'ex Presidente destituito nel 2014. Ma ha anche eclissato il genero del Presidente Jared Kushner che, secondo alcuni, avrebbe potuto raccogliere l'eredità politica di Trump e del GOP.
Comunque, questo nuovo colpo di scena ha avuto anche degli effetti a livello internazionale, almeno dal punto di vista strettamente economico. Infatti i mercati finanziari e in particolare le Borse europee ne hanno immediatamente risentito. Questo perché tale sviluppo lascia presagire altri e più pesanti guai per il Presidente degli Stati Uniti.