Ultimo mese di campagna elettorale al cardiopalma per la Regione Lazio. A recitare un ruolo da protagonista potrebbe essere Stefano Parisi, nonostante la chiamata alle armi last minute del Centrodestra. Il divario dal favorito, il governatore uscente democratico Nicola Zingaretti, resta importante ma non del tutto irrecuperabile. Parisi può infatti godere rispetto ai suoi competitors di una coalizione ampia in suo sostegno, che ne ha sposato strategia e progettualità. Dopo aver solo sfiorato la poltrona di sindaco di Milano, il manager romano si è rimesso in gioco puntando alla creazione di un incubatore politico (Energie per l’Italia ndr) che ha raccolto adesioni cruciali sul territorio.
L’ultima in ordine di tempo quella dell’ex presidente della Provincia di Latina e attuale primo cittadino di Sperlonga, Armando Cusani, che ha annunciato il suo addio da Forza Italia per sposare la causa portata avanti dal neonato partito di Parisi. Una scelta che ha fatto discutere i vertici nazionali forzisti perché arrivata da un cosiddetto fedelissimo, uno di quelli che in passato ha assicurato consensi e fedeltà a Silvio Berlusconi nel Lazio. Anche Gianni Alemanno, predecessore di Ignazio Marino in Campidoglio, non ha saputo resistere alla tentazione di rientrare nel Centrodestra dopo aver affiancato e promosso la discesa in campo di Sergio Pirozzi.