Steve Bannon è un politico, giornalista e produttore cinematografico, divenuto noto per aver ricoperto il ruolo di capo stratega del presidente americano Donald Trump dal 20 gennaio al 18 agosto 2017. Sbarcato in Italia, a Milano, per motivi di lavoro, Bannon si è lasciato intervistare da Maurizio Molinari per il quotidiano La Stampa. Durante il colloquio con il giornalista italiano, l’ex direttore esecutivo del sito Breitbart News, considerato di estrema destra, parla della situazione politica internazionale. Considera l’Ue avviata verso l’implosione, non percepisce la Russia come un pericolo per gli Usa ma, anzi, un paese bianco e anti islamico, naturale alleato dell’Occidente contro Cina, Iran e Turchia.

Dunque, gli eventuali legami di Putin con Lega e M5S farebbero i “nostri interessi”, al contrario di Bruxelles e Bce che, con le loro politiche, starebbero impoverendo il ceto medio. E i rappresentanti della “rivoluzione” contro l’establishment europeo, secondo Bannon, sono proprio i movimenti politici di Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

M5S e Lega movimenti nazional-populisti, Italia ‘cuore della rivoluzione’

Steve Bannon cerca di spiegare cosa sia il movimento nazional-populista, rappresentato anche da lui stesso, che si è imposto negli Usa, permettendo l’elezione alla Casa Bianca di Donald Trump. Si tratta di una ideologia che mette al centro del suo pensiero l’individuo, soprattutto appartenente al ceto medio, piombato negli ultimi anni in una profonda crisi economica a causa di due fattori: libero commercio e immigrazione.

Insomma, secondo Bannon, i lavoratori sarebbero “vittime” della globalizzazione ai quali i migranti tolgono pure “i pochi lavori rimasti”. Masse di disperati presenti in tutto il mondo occidentale ma che in Italia, definita “cuore della rivoluzione” nazional-populista, trovano i loro rappresentanti sia nel M5S che nella lega.

Le differenze tra Salvini e di Maio: Bannon preferisce il leader della Lega

Secondo Steve Bannon, dunque, M5S e Lega sono “espressioni diverse dello stesso fenomeno” che, insieme, hanno raccolto più del 50% dei voti degli italiani. Il desiderio dell’ex consigliere trumpiano sarebbe quello di “vederli governare assieme”, anche se ammette di preferire Salvini a Di Maio.

Il primo, infatti, rappresenta il nord del paese che produce i tre quarti del Pil italiano, mentre il secondo con il sussidio rappresentato dal reddito di cittadinanza rischia di mandare in fallimento i conti pubblici in meno di due anni. Secondo Bannon, Di Maio “guarda a sinistra”, cercando di imitare Obama e Macron e puntando ad un’alleanza con il Pd. Salvini, al contrario, pur essendo stato comunista, “sta con il popolo” e si oppone a “libero commercio e migranti”. Il leader della Lega, sia che vada al governo con il M5S, sia che resti all’opposizione, rappresenta il “futuro d’Italia”. Ma entrambi i giovani politici, conclude Bannon, sono la “forza trainante del nazional-populismo”.