Pd sempre più teso verso l'incontro di lunedì prossimo al Nazareno dove sono attesi i vertici nazionali per tracciare la rotta che il partito dovrà tenere nelle prossime settimane.

Dopo il passo indietro con cui Renzi - dimissioni ormai definitive - ha formalizzato che la relazione introduttiva, solitamente affidata al segretario, sarà invece tenuta dal vice Martina c'è grande aspettativa. Dalle parole del "segretario reggente" quindi, si capirà se ci sono reali possibilità che possa concretizzarsi un accordo Pd M5s che al momento resta un'ipotesi molto remota ma in lenta crescita dopo gli endorsment nel giorni scorsi di Emiliano, Chiamparino e, l'ultimo in ordine di tempo, Cacciari.

Il Pd attende le mosse di Emiliano

Al momento l'esponente del Partito più autorevole a credere a questa ipotesi, è il Presidente della regione Puglia Michele Emiliano che in più di un'occasione ha manifestato pieno sostegno ad un avvicinamento Pd M5s. Complice forse anche lo sketch realizzato con un Crozza Emiliano davvero imperdibile, nei panni di un surreale complottista pronto a far fuori politicamente Renzi. Dimissioni a parte è ancora l'ex segretario il bersaglio grosso nel mirino dell'inquieto Emiliano. Anche se nelle ultime ore - oltre a Chiamparino che pure si è schierato per un dialogo Pd M5s e a Cacciari - si attendono ulteriori voci fuori dal coro pronte ad animare non solo il Pd ma l'intera scena politica nazionale.

Renzi teme un accordo Pd M5s

Lo ha fatto trasparire chiaramente nei giorni scorsi: un Pd senza di lui può significare un implicito via libera a prove tecniche di un'alleanza Pd M5s. D'altro canto sono stati gli stessi pentastellati a far capire che il Pd senza Renzi potrebbe cambiare i termini per stabilire un eventuale accordo.

In questo senso la pressione sull'ex segretario è molto forte. Da un lato un fronte interno di malcontento sempre più crescente - dopo il voto del 4 marzo - che spinge per una sua uscita di scena rapida e reale. Dall'altro le lusinghe del M5s che punta a trovare fra i banchi del Pd i deputati necessari per avere i numeri a formare un Governo.

Resistere per Renzi a questo punto appare davvero molto difficile anche se i numeri in direzione Pd e fra i gruppi parlamentari gli consentono ancora di poter mediare e gestire comunque la fase di transizione verso il prossimo congresso affidandosi a uomini di sua fiducia. Non a caso fra i nomi pronti a scendere in campo per la segreteria circola quello di Graziano Del Rio, renziano di specchiata fedeltà ma allo stesso tempo uomo forte sia neI Governo Renzi che nell'Esecutivo Gentiloni e forse, proprio per questo, idoneo a fare da pontiere fra le diverse anime del Pd.