Le elezioni politiche del 4 marzo 2018 si sono concluse, e con esse affiorano le polemiche sul significato del voto. Non è stato un risultato di poco conto: l'elettorato ha marcato le disuguaglianze esistenti nel nostro paese, con la richiesta di un radicale cambiamento. La politica degli ultimi anni non ha dato le giuste risposte, in particolare ai giovani che, in gran parte, sono costretti ad emigrare in cerca di un posto di lavoro. A nulla sono valsi i bonus ed incentivi vari. Il risultato delle elezioni non può quindi essere archiviato, ma induce la politica a cambiare strada e a riflettere sulle richieste della popolazione.
Si facciano da parte coloro che hanno creato questa situazione: si lasci lo spazio alle proposte serie provenienti dalla volontà popolare.
Crollo di alcune forze politiche
Il PD, maggiore partito del recente passato, ha ridotto il suo consenso popolare, con le ultime elezioni, a poco meno del 19%: si spera che i dirigenti del partito stesso ne prendano atto. Poco successo ha avuto anche il movimento LeU, con circa il 3,5% dei voti e FI con circa il 14%. Come si può notare, mentre alcuni gioiscono, altri si leccano le ferite, e si intrecciano cosi le vicende politiche e personali. Il segretario Renzi, il 5 marzo 2018 ha presentato delle dimissioni 'sui generis', con la promessa di lasciare il partito dopo la formazione del nuovo Governo.
E' intuibile che tutto questo non agevoli la formazione stessa della nuova compagine governativa. Il nostro paese ha invece bisogno di guardare avanti, e in modo spedito, senza trovare ostacoli che ne impediscano la marcia. Mettersi di traverso non è una posizione molto apprezzata dalla cittadinanza, che poi ne terrà conto alla prossima mandata elettorale, come ha fatto in questa opportunità.
Prospettive di Governo
Il M5S, con le stesse elezioni, è risultato essere, con poco più del 32%, il primo partito italiano, mentre la coalizione del centrodestra, con circa il 37%, risulta vincitrice della competizione elettorale. Gli esperti ritengono che, nella situazione attuale (tripolare), nessun partito è in grado di proporre una formula (stando alle dinamiche politiche) che offra una maggioranza per governare.
Non è escluso, a nostro parere, un possibile eventuale ricorso alla urne dopo una necessaria modifica della Legge Elettorale esistente. Dall'estero ci guardano con preoccupazione e la stampa straniera, con distacco, mette in evidenza la situazione politica italiana e indica ai partiti la via da seguire. Mette in evidenza il fallimento della classe dirigente, che non è stata in grado di arginare i mali profondi della nostra società, a partire dal debito pubblico, agli evasori e burocrazia.
Nell'interesse del paese Italia, è necessario ogni sforzo, per allargare le intese per consentire la formazione di un Governo.