Lo scorso 4 marzo si sono svolte le elezioni politiche italiane, che hanno avuto il compito di rinnovare la rappresentanza parlamentare di Camera e Senato. A ricevere più voti è stata la coalizione di centro-destra, con il 37,3% alla Camera e il 37,8% al Senato, seguita dal Movimento 5 Stelle che da solo ha preso rispettivamente il 32,2% e il 31,8%. Queste elezioni sono state invece un grande fallimento per il Partito Democratico, che con la sua coalizione di centro-sinistra ha conquistato un risicato 23%. Anche Liberi e Uguali di Pietro Grasso ha incassato un duro colpo, fermandosi poco sopra la soglia di sbarramento fissata al 3%.
È chiaro, come lo era anche nelle previsioni, che nessuno schieramento politico ha la maggioranza per poter governare e si dovrà quindi ricorrere ad una coalizione che permetta la formazione di un nuovo esecutivo. Ma le premesse non appaiono affatto rosee. Il M5S afferma, attraverso il suo candidato premier Luigi Di Maio, di voler formare un governo a guida esclusivamente grillina, aprendo al massimo ad appoggi esterni da parte della coalizione di centro-destra, in particolar modo la Lega di Matteo Salvini, il partito con maggior numero di voti all’interno della coalizione. Tutto dipenderà dalla scelta del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che avrà il compito di nominare il nuovo Presidente del Consiglio, che potrebbe essere anche fra le fila del centro-destra – la coalizione Berlusconi-Salvini-Meloni auspica che il mandato venga affidato al leader della Lega.
Nell’altra ala dello scacchiere politico si osserva il subbuglio all’interno del PD, improvvisamente ritrovatosi in una posizione ambigua accentuata dalle annunciate future dimissioni del proprio segretario, Matteo Renzi. Renzi ha affermato che le prospettive del PD si concentreranno esclusivamente all’opposizione, non avendo alcuna intenzione di appoggiare il M5S.
L'Italia e l'Europa
Se torbida appare la situazione interna all’Italia, altrettanto lo è in riferimento alla Politica europea. In base alle forze politiche chiamate a formare il nuovo esecutivo, potrebbe modificarsi la posizione italiana rispetto alle decisioni dell’Unione Europea. I partiti protagonisti di questa tornata elettorale, M5S e Lega, hanno spesso espresso pareri critici verso le decisioni attuate da Bruxelles e questo desta preoccupazione all’interno dell’establishment che fino ad ora ha collaborato sensibilmente con le istituzioni europee.
Il tema probabilmente più scottante riguarda la gestione dell’immigrazione proveniente dall’Africa. Il centro-destra ha sempre auspicato una gestione più severa e controllata dei flussi migratori, spesso indirizzando le proprie mire verso la mancata assunzione di responsabilità da parte dell’Europa.
La possibile instabilità portata delle forze populiste in Europa arriva anche nel momento di una significativa sconfitta di queste all’interno delle grandi democrazie europee, in Francia e Germania. Proprio il 4 marzo è arrivata la conferma della formazione di una Große Koalition (Grande Coalizione) fra CDU e SPD in Germania.