Concluse le elezioni politiche 2018 lo scenario che si prospetta appare confuso. Il Movimento 5 Stelle è il primo partito ma la coalizione di Centrodestra, ormai guidata da Salvini, ha ottenuto la maggioranza dei voti, mentre il Partito Democratico mostra segnali interni discordanti.

Questa situazione delinea diverse ipotesi di governo tra le quali spesso si inserisce la possibilità di alleanze tra alcuni membri del Partito Democratico e il Movimento 5 Stelle, nonostante il segretario del Pd Matteo Renzi abbia espresso nella sua prima dichiarazione post elezioni, che intende restare all'opposizione.

Bisogna specificare che ha anche affermato le sue intenzioni di dimettersi dalla guida del partito subito dopo la formazione del nuovo governo, rifiutandosi però di far parte della delegazione che andrà alla consultazioni con il Presidente della Repubblica.

Conoscerli per comprenderli

Matteo Renzi nasce nel 1975 dal padre impegnato con la Democrazia Cristiana, si laurea nel 1999 all'Università degli studi di Firenze in Giurisprudenza e fin dal 1994 inizia la sua attività Politica sostenendo Romano Prodi. Nel 1999 diventa segretario provinciale del Partito Popolare Italiano che coinfluirà nel 2001 ne La Margherita di cui diventa ancora segretario provinciale. Nel 2009 diventa sindaco di Firenze per il centro-sinistra mentre nel 2013 diventa prima segretario del Partito Democratico ed in seguito Presidente del Consiglio con tutte le contraddizioni che ricordiamo.

Politico di centro-sinistra da sempre, è stato spesso criticato per le sue aperture nei confronti di altri partiti, in particolare quella nei confronti di Forza Italia guidata da Berlusconi è stata vista come una manovra per rimanere al governo tradendo l'ideale del suo partito.

Centro-sinistra da sempre

Nel 2018, come già detto, Renzi ha scelto di non aprirsi a sostegno di altri partiti per non tradire i suoi elettori o per, come sostengono alcuni, "dispetto" nei confronti delle altre forze politiche, e anche in questa scelta di restare all'opposizione è stato criticato.

"Il nostro posto in questa legislatura è all'opposizione. Lì ci hanno chiesto di stare i cittadini italiani e lì staremo" ha detto Renzi. La scelta apre la possibilità di riuscire a formare un governo senza bisogno di nuove elezioni, infatti sempre più analisti ipotizzano che alcune sezioni del Partito Democratico potrebbero staccarsi per sostenere un governo M5S, Renzi del resto non farà parte della delegazione incaricata di scegliere se appoggiare un partito o restare all'opposizione, nel frattempo rimanendo segretario assicura la stabilità interna del PD fin quando il nuovo governo verrà costituito, a quel tempo le sue dimissioni dovrebbero diventare effettive, lasciando spazio all'elezione di un nuovo leader tramite il metodo delle primarie interne, "questo accadrà al termine della fase di insediamento del nuovo Parlamento e della formazione del Governo".

La nostra situazione politica è incerta e difficile da interpretare, ma tra il ventaglio di possibilità c'è anche quella di un cambio di rotta del Partito Democratico.