Come ha raggiunto tale risultato il M5S (movimento 5 stelle)? Qual è stato il suo elettorato? Da diversi giorni, dopo il voto del 4 marzo 2018, queste e tante altre sono le domande a cui si cerca di rispondere ed Ipsos ha condotto uno studio molto interessante, dimostrando che il maggior elettorato del Movimento 5 Stelle, guidato da Di Maio e fondato da Beppe grillo, è stato quello degli insegnanti per dire no alla Buona Scuola di Matteo Renzi.
Il sondaggio Ipsos nel dettaglio e le percentuali
Secondo un recentissimo sondaggio Ipsos, Istituto di Nando Pagnoncelli, pubblicato anche sul Sole24Ore, gli insegnanti, e tutto il pubblico impiego in particolare, hanno votato per il partito pentastellato.
In particolare la percentuale del 31,6% corrisponde proprio agli insegnanti, ma se consideriamo tutta la pubblica amministrazione il dato salirebbe a quasi il 41,6%. Tra i lavoratori della scuola solo il 17% ha votato per il Partito Democratico. Il Pd ha ottenuto una percentuale maggiore solo dal voto dei pensionati. Da notare anche la differenza di voto in base all’età: la percentuale maggiore per il Movimento 5 Stelle viene dalla fascia 18–34, ma il Movimento è andato bene anche nell’età età dai 35 in su. Il Partito Democratico di Renzi sfonda solo tra gli over 65. Secondo sempre il sondaggio Ipsos, un diciottenne su quattro ha votato per il partito di Beppe Grillo e Di Maio. Inoltre al Sud è stato il partito politico più votato.
Ecco perché proprio gli insegnanti hanno scelto il partito di Beppe Grillo
E allora perché proprio gli insegnanti hanno scelto di votare per Di Maio e il partito pentastellato? L’ipotesi più accreditata è quella di aver bocciato la Buona Scuola di Matteo Renzi e del Partito Democratico che, stando ai risultati delle elezioni del 4 marzo 2018, di buono possiede davvero ben poco.
C’è da dire però che il ‘ministro’ dell'Istruzione in pectore pentastellato, Salvatore Giulian,o non ha espresso una considerazione del tutto negativa su questa riforma. Un altro mal di pancia causato sempre dal Partito Democratico al pubblico impiego e in particolare sempre agli insegnanti, è il caso della legge 119/2017 che ha portato dieci vaccini obbligatori per i bambini con il rischio che questa obbligatorietà potesse essere estesa anche al personale del pubblico impiego nell’anno scolastico successivo, cioè a partire dal 2019. Pagnoncelli ha svolto un lavoro accurato, cercando di dare le risposte a quella parte della destra e della sinistra che ne è uscita sconfitta.