Rispondendo sul suo giornale, Libero, ad una lettera aperta scritta dall’ex berlusconiano Fabrizio Cicchitto, Vittorio Feltri si lancia in una dura analisi delle ragioni che hanno portato alla sconfitta nelle elezioni politiche del 4 marzo di Forza Italia e Pd, i due partiti guidati rispettivamente da Silvio berlusconi e Matteo Renzi. Il direttore di Libero non usa mezze misure per dichiarare che i due movimenti politici sono ormai destinati all’estinzione e si schiera apertamente dalla parte di Matteo Salvini e della Lega.
La rottura del patto del Nazareno è stato un errore
Per prima cosa, Vittorio feltri ricorda come, a suo modo di vedere, l’aver rotto il cosiddetto patto del Nazareno tra Renzi e Berlusconi abbia rappresentato un errore politico. La ragione del litigio tra i due leader politici, ovvero l’elezione di Sergio Mattarella al Quirinale nel 2015 (al quale il capo di FI avrebbe preferito Giuliano Amato) sarebbe stato l’inizio della fine per entrambi. L’ex segretario del Pd, infatti, perdette rovinosamente il successivo referendum costituzionale del 4 dicembre 2016, mentre Berlusconi uscì di fatto dalla scena politica. Errori tattici che, secondo Feltri, hanno reso i due politici dei “polli votati al suicidio”.
Ma per Feltri sono tutte le politiche messe in atto da Pd e FI ad aver reso questi due partiti “destinati alla tomba” perché privi “di contatto con la realtà del paese e della sua gente”.
Feltri contro Renzi
Secondo il direttore di Libero, Matteo Renzi ha commesso l’esiziale errore di voler rottamare Massimo D’Alema e Pier Luigi Bersani.
I due ex leader del centrosinistra potevano essere utilizzati in altro modo. Il primo avrebbe potuto essere nominato Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera al posto dell’inconsistente Federica Mogherini. Mentre al secondo avrebbe potuto essere affidata quella che Feltri definisce la “burocrazia Dem”. La sinistra, comunque, negli ultimi anni si è “infighettita”, visto che parla di argomenti come lo ius soli che le persone normali “non sanno che roba sia”.
E poi, si preoccupa dell’accoglienza dei migranti, parla di femminicidio, non si occupa di legittima difesa, mentre gli italiani si sentono impoveriti e trascurati.
Feltri contro Berlusconi
Quanto a Silvio Berlusconi, Vittorio Feltri ricorda che l’inizio della sua fine è stato l’iniziale appoggio al governo di Enrico Letta (con Alfano), definito la “brutta copia” di quello guidato da Mario Monti. Il decano dei giornalisti italiani concorda ironicamente con il Cavaliere il quale, una volta, aveva affermato essere una “idiozia” designare come candidato premier di FI Antonio Tajani. Inoltre, le donne candidate “amiche sue”, scelte personalmente da lui, avrebbero dato un contributo decisivo allo “sfascio totale”.