Le elezioni politiche 2018 ci hanno consegnato l'ingovernabilità Politica, nessun partito o coalizione ha raggiunto il famoso quorum del 40% per governare il Paese da solo. Chi vorrà avere una maggioranza dovrà contare sul supporto di altri partiti con i quali si hanno veramente pochi punti in comune, almeno stando al programma elettorale. Purtroppo, però, non ci sono soluzioni, qualcuno il Paese lo deve governare e così i due partiti risultati più votati alle elezioni, sebbene distanti su molti temi, stanno cercando di trovare un'intesa.
Lega e 5 Stelle, i piani
Attualmente l'uomo più impegnato e in primo piano dal dopo elezioni è Matteo Salvini, leader del terzo partito più votato in Italia, ma responsabile di tutta la sua coalizione (risultata la più votata) di formare un nuovo governo. Il primo partito italiano, il Movimento 5 Stelle, che ha raccolto il 32% dei voti, non può nulla da solo senza trovare un accordo con qualcun altro. Riguardo il centrodestra, c'è un piano "A", consistente nel formare un governo che coinvolga anche Di Maio. Molto difficilmente, però, sarà possibile mettere in pratica questa soluzione. Di Maio, con ogni probabilità, non accetterà un ruolo marginale nel nuovo governo e soprattutto dove la presenza di Berlusconi è ancora così forte.
Esiste però un piano "B", che prevede l'ammissione da parte di Salvini dell'incapacità di formare un nuovo governo cedendo così lo spazio al leader dei cinquestelle. Così facendo, però, lo strappo con Forza Italia e la Meloni sarebbe inevitabile, anche se Lega e M5S avrebbero i numeri sufficienti a governare per conto loro.
Il problema maggiore non è sulla solidità della maggioranza, ma sul programma; ad esempio, il reddito di cittadinanza e la flat tax non c'entrano nulla l'uno con l'altro e non sarebbero, dunque, assimilabili. Giancarlo Giorgetti, l'ambasciatore della Lega che sta conducendo le trattative con Di Maio, si dice comunque possibilista.
L'ultimo piano
Riguardo al nome del futuro premier, c'è ancora qualche scoglio. I grillini non cedono e impongono Di Maio come premier, ma la Lega non può essere d'accordo. Così si attuerebbe il piano "C", ovvero una premiership scelta dal Capo dello Stato e gradita sia ai 5 Stelle che alla Lega. In questo modo, il nuovo primo ministro porterebbe il Paese alle prossime elezioni. "Ma niente cose alla Monti" dichiara Salvini, mentre Fratelli D'Italia già si sarebbe schierata all'opposizione. Riguardo Forza Italia, al momento, non è dato sapere la sua posizione in merito.