Lo ‘scongelamento’ della posizione Politica del Pd verso un’intesa di Governo sembra iniziata. Con un occhio soprattutto al Movimento 5 Stelle. A dare il via ufficiale non le prime calde giornate primaverili, bensì un puntuale post su Facebook del reggente del Partito Democratico Maurizio Martina. L’ex Ministro delle Politiche Agricole, dopo gli apripista del Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Calenda, il pressing di Dario Franceschini e gli ulteriori passi a più stretto giro mossi in questo senso da Debora Serracchiani e Fassino, sancisce quindi il cambio di rotta programmatico dei dem con tre proposte concrete su reddito d’inclusione, famiglie e lavoro.

Uno squarcio nella tela dell’immobilismo insomma, arrivato dopo settimane di tensioni interne al partito, strappi e posizioni tattiche. E, a ben guardare, non sarà forse un caso che questi tre punti siano stati lanciati nell’arena politico dopo l’ultimatum lanciato martedì sera dal leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio alla Lega di Matteo Salvini ('Aspetto ancora un po’ poi chiudo uno dei due forni' le parole del capo politico pentastellato da Lilli Gruber). E solo a qualche ora dalla prima attesissima mossa del Capo dello Stato Sergio Mattarella, in arrivo entro domani mattina. In pole, ricordiamo, la possibilità di un mandato esplorativo alla Presidente del Senato Elisabetta Casellati o a quello della Camera Roberto Fico.

Le proposte del PD? Tutte nell’alveo della galassia del M5S

Si parte dalla povertà e dal reddito di Inclusione, già messo in campo dal Governo Gentiloni nella scorsa legislatura: allargarlo è il mantra di Martina, 'per azzerare la povertà assoluta in tre anni'. Poi, la tematica famiglie, per cui viene proposto un ‘assegno universale’ per quelle con figli, 'la carta dei servizi per l’infanzia', e nuovi strumenti di welfare che favoriscano 'l’occupazione femminile', in modo da ridurre 'le diseguaglianze e sostenere il reddito dei ceti medi' aggiunge il reggente PD.

Infine, la patata più bollente di tutte, quella del lavoro. Martina propone l’introduzione del 'salario minimo legale' e di 'combattere il dumping salariale dei contratti pirata'. Il tutto tagliando anche 'il carico fiscale sul costo del lavoro a tempo indeterminato', 'per favorire le assunzioni stabili con priorità a donne e giovani'.

Una mossa, assicura ancora il reggente dem, per 'pensare all’Italia' e lasciare i 'tatticismi' agli altri partiti. Ora, la palla (anzi, la patata), passa ai 5 stelle. L’unico partito che, vista la natura delle tre proposte del PD, sembra in grado di sintonizzarsi politicamente sulle medesime frequenze.