Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella è pronto per fare la sua mossa verso il Governo, dopo i risultati delle elezioni e le fumate nere nei due giri di consultazioni. Bookmakers e usignoli dal Quirinale infatti concordi sulla possibilità che il Capo dello Stato, tra martedì sera e mercoledì mattina, smuova le acque dello stallo (e delle gazzarre) con un incarico esplorativo. In pole ci sarebbe infatti la neo-presidente del Senato Elisabetta Casellati. Potrebbe dunque toccare a lei, esponente di spicco di Forza Italia ma in veste di ‘ricucitrice istituzionale’, il difficilissimo tentativo di trovare una mediazione tra le forze in campo.

E, soprattutto, i numeri per comporre una maggioranza parlamentare capace di dare, dopo quasi un mese e mezzo di incontri, scontri, vertici ufficiali e segreti, un Governo al paese.

Conciliazione che, come un incidente tra due automobilisti testardi, sembra però tutt’altro che vicina. Certo, puntato dietro la schiena del panorama politico nostrano resta il fucile (molto poco rassicurante) della crisi siriana, con lo scontro esiziale, al sapore di Guerra Fredda, tra alleati degli Stati Uniti di Donald Trump e sodali della Russia di Vladimir Putin. In uno scenario internazionale così difficile infatti, la figura, pur riconosciuta come molto autorevole, di un Paolo Gentiloni premier ‘dimezzato’, può pesare ancora come un macigno sulle possibili strategie da intraprendere.

Urge, insomma, dare all’Italia, al di là dell’attuale ‘no’ all’intervento militare messo in campo dal trio Usa-Regno Unito-Francia e ad una conseguete esclation, un Governo nei suoi pieni poteri. Sia effettivi, che espressione reale di una volontà popolare, quale solo la fiducia dei neo-rappresentanti delle due Camere eletti il 4 marzo può garantire.

Contesto che tenderebbe ad escludere, dunque, un'esplorazione affidata al leader della Lega Matteo Salvini, vista la dura presa di posizione contro l'attacco missilistico e, ancora una volta, le sue dichairazioni pro-Putin.

Gli scenari alternativi: incarico esplorativo ai 5 Stelle o ‘Governo del Presidente’ a partire da PD e Forza Italia

Se il piano A-Casellati dovesse fallire, Mattarella potrebbe tentare la via di un’esplorazione affidata invece o al partito di maggioranza relativa, ossia al Movimento 5 Stelle a guida Luigi Di Maio. O, sul solco del piano A, al Presidente della Camera Roberto Fico. Il ‘Galateo istituzionale’ prevede che, in caso di stallo, l’incarico esplorativo tocchi alla seconda carica dello Stato (Presidente del Senato), in questo caso appunto Casellati. Ma non mancano nella storia repubblicana i precedenti in cui il Capo dello Stato si sia rivolto altrimenti al Presidente della Camera: il più famoso quello del 1987 a Nilde Iotti, affidatole dal picconatore Francesco Cossiga.

Terza opzione sul tavolo, il ‘Governissimo’ o ‘Governo del Presidente’. Tradotto, Mattarella darebbe l’incarico pieno a una figura terza, simbolo di equidistanza tra le parti, col compito di aggregare intorno a sé una 'benedetta' maggioranza sia alla Camera che al Senato. Opzione, questa, che parrebbe quella più gettonata da un duo non proprio inedito, PD-Forza Italia. Per la gioia, in primis, di Silvio Berlusconi, che ritornerebbe così centrale nei destini intricati del Bel Paese. Ma anche, a quanto pare, di una parte sempre più consistente dei dem. Vedi l’intervista a Corrado Calenda rilasciata a Repubblica, in cui il Ministro dello Sviluppo Economico del mandato Gentiloni nonché neo esponente PD spinge il partito a ‘scongelarsi’ dalla sua posizione di stallo.

E farsi invece garante di un «Governo di transizione» e di una «Commissione Bicamerale» che riformi dalle fondamenta il sistema istituzionale. Prima di lui, su posizioni simili, anche i dem Franceschini e Orlando.