Nonostante la guerra fosse tutt’altro che finita, la questione siriana sembrava scomparsa dal dibattito pubblico. Nella campagna elettorale delle elezioni politiche del 4 marzo in Italia i temi di politica estera erano rimasti in secondo piano per dare spazio a problematiche domestiche come occupazione, tasse, vaccinazioni, ecc. Ora però i bombardamenti missilistici degli Stati Uniti, Francia e Regno Unito hanno riportato di colpo la crisi in Siria sullo scenario politico.

Le parole di Trump e la reazione di Assad

Per il presidente americano Donald Trump, i raid sono stati compiuti alla perfezione.

Con quei missili che poche ore prima il magnate aveva definito “nice and smart”. Trump aveva anche detto che l’operazione era stata “una missione compiuta” perché la ritiene “un termine militare grandioso. Da riprendere e usare molto spesso”. Il linguaggio usato da Trump ha ricordato la terminologia dell’ex presidente George W. Bush nel 2003 durante l’intervento militare in Iraq.

Dall’altra parte, il presidente della Siria, Bashar al-Assad, ha detto che l’azione compiuta dagli Usa, Francia e Regno Unito è servita soltanto ad unire “il popolo siriano e tutte le nazioni che hanno rispetto del diritto internazionale”. In un articolo pubblicato da Ria Novosti si legge che Assad sarebbe a Damasco e avrebbe detto che le forze armate della Siria hanno respinto l’aggressione con missili prodotti 40 anni fa.

Assad ha confermato che non lascerà il Paese e resterà a Damasco a lavorare.

Berlusconi: un governo “qualsiasi” in Italia

In Italia, il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, ha deciso di inviare una lettera aperta al Corriere della Sera per proporre una soluzione alla crisi in Siria e in Medio Oriente. "Caro direttore – ha scritto l’ex premier - di fronte alla critica situazione che si vive in Siria penso che non si tratta di prendere posizione da una parte o dall’altra.

Si tratta di ragionare insieme e di agire di conseguenza su una soluzione che possa evitare il peggioramento dello scenario”. In questo senso Berlusconi sostiene che l’Italia dovrebbe agevolare la nomina di un nuovo governo con poteri pieni: “Un qualsiasi governo, con una maggioranza parlamentare, per potere fare fronte alle situazioni interne ed esterne, per fare diventare l’Italia interlocutore capace di fronte alle potenze internazionali”.

“L’Italia - ha aggiunto Berlusconi - è un partner essenziale dell’Europa e dell’Occidente tutto, nell’ambito dell'Alleanza Atlantica”.

La ripresa dei negoziati

Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Commissione esteri del senato, ha detto che la posizione internazionale dell’Italia dipende in gran parte dei grandi partiti, che “devono aiutare a mantenere una politica estera coerente con la nostra storia. La politica interna non può entrare in gioco su questo […] Esponenti del Movimento 5 Stelle sembrano avere messo nel cassetto alcune delle loro tesi, ora che sono passate le elezioni. Come ad esempio gli elogi del regime venezuelano, che ha portato il Paese sul baratro. Ora il leader Luigi Di Maio ha appena ribadito l'impegno atlantico dell’Italia sulla Siria”.

Intanto, il ministro per gli Affari Esteri, Angelino Alfano, ha sostenuto una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, per commentare l’operazione militare in Siria guidata dal Regno Unito, gli Stati Uniti e la Francia. Johnson ha spiegato al capo della Farnesi che la missione principale del bombardamento non era favorire un "regime change", ma inviare un messaggio deciso all’esercito siriano contro l’uso di armi chimiche. Alfano ha insistito che il governo italiano spera che si eviti un’escalation nella regione e che si porti avanti invece una ripresa dei negoziati politici e diplomatici a Ginevra.