Il Presidente Sergio Mattarella ha partecipato, il 25 aprile, alle celebrazioni del 73° anniversario della Liberazione dal nazi-fascismo. A Roma ha deposto una corona presso l'Altare della Patria, alla presenza delle alte cariche dello Stato, la Presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico e il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

Mattarella si è diretto poi al sacrario militare della Brigata Maiella, in Abruzzo, fulcro della Resistenza durante il 1943. Presso il Teatro Comunale di Casoli - dove era presente anche la vice-presidente della Camera Mara Carfagna - il capo dello Stato ha ricordato che i partigiani e i veterani della Brigata Maiella hanno contributo a forgiare la storia del nostro paese, una liberazione che a Casoli ha trovato uno dei suoi centri nevralgici.

La linea difensiva Gustav

Mattarella ha ricordato che dal porto di Ortona si imbarcarono verso Brindisi il Re Vittorio Emanuele III e il maresciallo d'Italia Pietro Badoglio, abbandonando le truppe ad un sanguinoso destino. Inoltre, proprio in quei giorni venne approntata la linea difensiva Gustav, voluta da Adolf Hitler il 4 ottobre 1943, che divise l'Italia in due e bloccò l'avanzata degli alleati americani.

Ortona venne definita la "Stalingrado d'Italia": seguirono deportazioni e sfollamenti, con la regione abruzzese che sarebbe diventata protagonista di quel periodo storico tragico, ma allo stesso tempo eroico, proprio perché lungo la linea Gustav cominciarono a schierarsi gli eserciti internazionali.

Infatti, proprio in quell'area si ritrovarono coinvolte truppe inglesi e indiane, ma anche polacche, americane, canadesi, nordafricane e neozelandesi.

Se l'adesione al fascismo cominciava ad allentarsi - ha continuato Mattarella - la popolazione cominciò ad intravedere le crepe di quella struttura politica, rivendicando al contempo la validità degli ideali tipici del Risorgimento italiano.

La Resistenza in Abruzzo

In Abruzzo, la Brigata Maiella diede il proprio contributo, con 260.000 italiani che combatterono insieme agli alleati nell'avanzata: 21.000 furono i morti e 19.000 i dispersi. I proclami tedeschi annunciarono la distruzione delle case e la fucilazione immediata per chi nascondesse un alleato, un renitente alla leva, o per chi avesse aiutato un ebreo o un partigiano.

Nel corso del suo intervento, il Presidente della Repubblica ha citato anche Aldo Moro, riferendo che la Resistenza divenne un fatto sociale di enorme importanza.

In Abruzzo la rivolta iniziò dopo l'8 settembre, quando a L'Aquila i tedeschi fucilarono otto ragazzi.

Mattarella, infine, ha menzionato la scrittrice partigiana Alba de Céspedes come emblema dell'accoglienza della popolazione abruzzese: "Entravamo nelle vostre case timidamente - ha detto il capo dello Stato, citando l'autrice - ma voi neppure accennavate a timore o prudenza, subito le vostre donne asciugavano i nostri panni al fuoco".