Ci risiamo. Dopo Der Spiegel c'è un'altra voce che non le manda a dire all'Italia e agli italiani. Stavolta il fatto è ancora più grave poiché a rilasciare una vera e propria stilettata nei confronti dell'Italia è il presidente della Commissione Europea: il lussemburghese Jean Claude Juncker
Una sorta di monito, quello lanciato del politico lussemburghese, che ha posto l'accento sul fatto che la politica italiana dovrebbe occuparsi di risolvere i problemi delle regioni più povere e, soprattutto, fare in modo che sul territorio ci sia meno corruzione e più serietà.
Non ha usato giri di parole, ma le sue affermazioni sono suonate come un attacco diretto all'Italia e che ha spinto Antonio Tajani a definire inaccettabili le esternazioni. Uno scontro ad alto livello all'interno delle istituzioni europee, considerato che l'italiano è il presidente del Parlamento dell'Unione Europea. Solo poche ore prima era scoppiato il caso relativo a dichiarazioni analoghe rese dal commissario Ue al bilancio Gunther Oettinger
Le parole di Jean Claude Juncker
Juncker non ha avuto problemi nel sottolineare quanto ami profondamente l'Italia, ma allo stesso tempo ha fatto caprie che proprio non gli va giù il fatto che si spieghino gli insuccessi delle politiche nel Mezzogiorno come la logica conseguenza di uno scarso interesse da parte dell'Unione Europea.
Il lussemburghese ha posto l'accento sul fatto che non verrà meno l'impegno delle istituzioni continentali a favore del territorio italiano, ma ha invitato a piantarla con quello che è il consueto giochino di addossare le responsabilità all'Ue. Il tutto, probabilmente, per via delle parole corruzione e serietà pronunciate, ha generato un vero e proprio caso mediatico.
Tajani ha chiesto che le dichiarazioni possano essere smentite al più presto possibile, dato che se fossero vere sarebbero quantomeno inaccettabili.
Le reazioni alle parole di Jucker
Sulla questione è intervenuto anche il neo Ministro dell'Interno Matteo Salvini che ha parlato di definizione vergognose e razziste, sottolineando l'intento del prossimo Governo di pretendere collaborazione da parte delle istituzioni europee.
Juncker, se non altro, è riuscito a mettere sulla stessa lunghezza d'onda praticamente tutte le forze politiche italiane poiché la condanna sulle sue parole è arrivata anche dal Movimento Cinque Stelle e dal Ministro per lo Sviluppo Economico uscente Carlo Calenda.