Davanti alla commissione Finanza e Lavoro della Camera, il presidente dell'Inps Tito Boeri ha difeso ieri in toto l'operato dell'istituto, chiarendo che la stima sulla potenziale perdita di posti di lavoro a seguito delle nuove norme contenute nel decreto dignità, era stata richiesta proprio dal ministero del Lavoro. Boeri ha anche spiegato che la famosa relazione tecnica, contenente la stima di 8000 posti di lavoro a rischio, è arrivata al Ministero una settimana prima che il decreto dignità venisse inviato al Presidente della Repubblica. Come dire che se qualcuno l'avesse letta, non si sarebbe poi scatenato in seguito questo putiferio.

Boeri scatenato, tra attacchi frontali e ironia

Boeri insiste soprattutto sulla scarsa attenzione mostrata da Di Maio per la sostanza delle cose. Il vicepremier pentastellato avrebbe 'perso contatto con la crosta terrestre', perché vede valutazioni politiche dove invece ci sono solo contenuti squisitamente tecnici. Il ministero del Lavoro stesso, evidentemente, riteneva possibili perdite di posti di lavoro a seguito del decreto dignità e proprio per questo aveva chiesto all'Inps (peraltro concedendo tempi brevissimi) di farne una stima. Precisa anche, Boeri, di non aver giurato fedeltà ad alcun governo e chiede rispetto per l'istituzione che rappresenta.

Nel mirino di Boeri anche Salvini, reazioni forti da Palazzo Chigi

Nel mirino di Boeri finisce anche il leader leghista e vicepremier Matteo Salvini: 'Mi minaccia chi dovrebbe tutelare la mia sicurezza', sostiene il presidente dell'Inps riferendosi alle polemiche dei giorni scorsi sulle sue possibili dimissioni. Non si fa attendere la reazione di Salvini, che nega qualsiasi minaccia e invita Boeri, qualora voglia fare Politica, a candidarsi.

Anche da Palazzo Chigi arrivano reazioni molto infastidite alle parole di Boeri, definite 'inaccettabili e fuori luogo'. Nelle stesse ore in cui andavano in scena queste roventi dichiarazioni incrociate, anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia respingeva al mittente le accuse di terrorismo psicologico lanciategli da Luigi Di Maio, specificando ancora una volta che il giudizio negativo di Confindustria non riguarda il governo in toto, ma soltanto il decreto dignità stesso.

In tutto questo teatrino, a far paura è soprattutto la sensazione che si siano completamente persi di vista contenuti e oggettività, di fronte ad un provvedimento come il decreto dignità che, sostanzialmente, è assai modesto rispetto agli obiettivi che si è dato il governo giallo-verde per il futuro.