Assume un valore altamente simbolico la scelta del luogo in cui, mercoledì 18 luglio, si è riunita la prima segreteria nazionale del Partito Democratico targato Maurizio Martina. Si tratta di una libreria del difficile e periferico quartiere romano di Tor Bella Monaca. 'Per noi quella di oggi non è una passerella', ha dichiarato Martina, preannunciando altre riunioni di segreteria in trasferta, nelle periferie napoletana e milanese. L'idea è quella di un partito che torna alle origini, guardando all'elettorato più povero e svantaggiato. Si ricorderà che proprio da Tor Bella Monaca veniva la militante del Pd Pina Cocci che, platealmente, restituì la delega durante l'assemblea nazionale, dichiarandosi esasperata dalla Politica del partito.
Il Pd a caccia dell'elettorato popolare
I quartieri economicamente e socialmente marginali delle città grandi e piccole, un tempo feudo della sinistra, hanno voltato le spalle in massa al Pd negli ultimi appuntamenti elettorali (elezioni nazionali del 4 marzo e successiva tornata di elezioni locali). Proprio dall'attenzione a queste periferie, i cui abitanti oggi guardano in massa a Lega e M5S, vorrebbe ripartire il Pd di Martina, che dichiara: 'Il Pd deve fare il suo percorso nel Paese reale, nei quartieri popolari, ascoltando innanzitutto i bisogni'.
Un Pd di facciata o di sostanza?
Nonostante Martina rivendichi come merito del precedente governo quello di aver voluto il Piano Periferie, e chieda al governo attuale di portarlo a compimento, cercando quindi di dare sostanza e motivazione forte alla scelta del luogo, non è certo da operazioni cosmetiche come quella andata in scena a Tor Bella Monaca, che si potrà misurare l'eventuale riavvicinamento del Pd alla sua base più tradizionale.
Anzi, con questa mossa il Pd sembra aver accettato in pieno le regole del gioco tipiche della politica populista, fatta di slogan, coreografie, simboli, ma poverissima di sostanza. Oltretutto, e qui si potrebbe sprecare l'ironia, non sono mancati malumori e divisioni, tra dirigenti del partito, sulla stessa scelta di tenere la direzione nella libreria di Tor Bella Monaca e non, ad esempio, nella locale sede del partito, come avrebbe preferito Roberto Morassut.
Insomma, come ormai da copione in quello che rimane pur sempre il più grande partito della sinistra italiana, le discussioni iniziano dalla forma e spesso lì si fermano, senza arrivare a toccare veramente alcun contenuto.