Matteo Salvini lancia un avvertimento nei confronti di Giovanni Tria. Il Ministro dell'Interno sembra essere su una lunghezza d'onda diversa rispetto al Ministro dell'Economia e il motivo risiede nel fatto che il leader della Lega ha tutta l'intenzione di provare a rispettare le promesse fatte in campagna elettorale, anche ove queste dovessero rendere necessario il superamento di qualche vincolo sula manovra finanziaria. Un orizzonte che non sembra affascinare molto Tria. In giornata si erano diffuse notizie secondo cui l'attuale capo del Mef sarebbe stato pronto alle dimissioni, ma ad oggi è stato tutto smentito.

Salvini mette sul piatto tutte quelle che sono le esigenze degli italiani ossia andare in pensione all'età giusta e pagare meno tasse. Il numero uno della Lega pone l'accento sul fatto che bisogna avere il coraggio di superare regole come quella del 3%. Non a caso parla di norme "inventate a tavolino", come dichiarato proprio all'uscita della sede Avis di Milano, dopo aver donato il sangue. Quello a cui si assiste è un vero e proprio confronto verbale con il Ministro dell'Economia: uno scambio di battuta che, in realtà, è quasi "virtuale". Nessuno, men che meno il capo del Viminale, cita infatti l'altro nell'esprimere i propri pensieri. Proprio Tria, in occasione del G20 di Buenos Aires, aveva evidenziato la necessità di rispettare i limiti di bilancio per evitare che l'Italia subisse la sfiducia dei mercati e provocasse una potenziale instabilità.

Il programma del Governo Conte

Com'è noto il Governo Conte ha un programma ambizioso. Il famigerato contratto che tiene in piedi un Esecutivo formato da una maggioranza di ex avversari politici come Lega e Movimento Cinque Stelle. Per certi versi appare un progetto troppo bello per essere vero, poiché è un calderone in cui finiscono l'abbassamento dell'età pensionabile, una riduzione delle tasse, l'istituzione della Flat Tax e persino l'introduzione del Reddito di Cittandanza.

La scommessa di chi oggi è al Governo è riuscire a trovare un sistema per fare tutto ciò che è stato promesso, senza creare squilibri economici all'interno del Paese. Accade, però, che tra i ministri si scatenino divergenze d'opinione che aprono dei punti interrogativi su quello che potrà accadere in futuro.

Pensioni: entro il 2018 un'accelerata

Dal Mef hanno fatto sapere che l'ipotesi di dimissioni da parte di Tria siano semplice fantasia. Allo stesso modo Luigi Di Maio ha sottolineato di non aver mai chiesto le dimissioni del Ministro. Occorrerà, però, presto fare i conti con la necessità di far coincidere le posizioni. Quella della parte politica del Governo che intende, entro la fine del 2018, dare segnali tangibili del proprio operato in funzione delle promesse fatte in sede di campagna elettorale e di quella tecnica che teme per la stabilità. Salvini, nel frattempo, con le sue parole ha contribuito a rafforzare la propria posizione. Ancora poche settimane e probabilmente si capirà se davvero ci sono i margini per conciliare i due punti di vista.