Ungheria e Repubblica Ceca fanno muro e non forniranno alcuna collaborazione sulla questione di condividere le responsabilità fra tutti gli Stati dell'Unione Europea. A differenza di Francia, Malta, Germania, Spagna e Portogallo, il presidente ungherese e quello ceco non intendono accogliere nessuna quota di migranti.

La linea del governo Conte

Negli ultimi giorni, il premier italiano Giuseppe Conte ha confermato la linea decisa del suo esecutivo riguardo i temi dell'immigrazione che, come ha sottolineato lo stesso presidente del Consiglio, è un problema europeo e non solo italiano.

La lettera di sollecitazioni inviata ai partner europei ha portato diversi riscontri positivi, come il fatto che cinque Paesi abbiano accettato di ospitare 50 richiedenti asilo ciascuno favorendo la collaborazione internazionale. Nella giornata di ieri, però, sono iniziate ad arrivare anche le risposte negative, come nel caso di Praga e Budapest. Il premier ceco Andrej Babis ha definito la proposta d'azione italiana come una ''strada per l'inferno'', essendo convinto che l'unico approccio che possa funzionare è quello di non permettere a nessuno di entrare all'interno delle frontiere dell'Unione. Ancora più dure sono le motivazioni dell'Ungheria che attraverso il portavoce di Viktor Orban afferma che ''gli elettori ungheresi non vogliono vivere in un paese di immigrati'', pertanto non intende contribuire all'accoglienza.

Le reazioni di Roberto Fico e di Matteo Salvini

Roberto Fico, presidente della Camera, ha commentato la questione in maniera dura dicendo che "chi non accetta le quote va sanzionato" e che la vera strada per l'inferno è proprio il ''non saper accogliere''. Già in passato si era dimostrato uno dei personaggi politici più attenti a questo tema, talvolta anche andando controcorrente rispetto alla linea del Viminale, come nel caso in cui aveva affermato che lui i porti ''non li avrebbe chiusi'' dopo la sua visita a Pozzallo.

Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, invece, sostiene che le risposte di Malta, Francia, Germania, Spagna e Portogallo siano sufficienti a dimostrare la ''vittoria Politica'' dell'Italia, aggiungendo una critica al premier ceco Babis, ma ignorando l'atteggiamento dell'Ungheria. Pertanto non è chiaro se intenda, alla luce di questi fatti, proseguire nel ritenere il premier Orban un alleato in merito ai temi dell'immigrazione.

Appello alla CEI

Alle repliche si sono aggiunti anche alcuni esponenti della Chiesa, 110 al momento che hanno sottoscritto un appello della Conferenza Episcopale Italiana sottolineando la tendenza diffusa al rifiuto umanitario da parte di alcuni governi. Una forte critica morale è stata espressa nella constatazione che ''sono diversi a pensare che è possibile essere cristiani e, al tempo stesso, rifiutare o maltrattare gli immigrati'' e, pur non avendo voce in capitolo riguardo alle politiche adottate dagli Stati, invitano chi ricopre i ruoli istituzionali ad intervenire sulla protezione e l'accoglienza dei rifugiati.