Il Pd e LeU sono pronti a dar battaglia contro la candidatura di Marcello Foa a presidente della Rai. Matteo Renzi è intervenuto con un tweet polemico nei confronti del giornalista milanese, nel quale ha ringraziato pubblicamente la dirigenza uscente, ricordando che non ha mai attaccato il Presidente della Repubblica, non ha mai avuto alcuna collaborazione con "Russia Today", non ha aderito alla propaganda anti-vaccini, prerogative che invece apparterrebbero al candidato di M5S e Lega.

Successivamente è sceso in campo anche Andrea Marcucci, capo dei senatori dem, il quale senza mezzi termini ha dichiarato che il Partito Democratico si opporrà con tutte le sue forze all'eventuale elezione di Foa, per evitare che alla presidenza della Rai possa giungere un giornalista definito "amico di Putin", nonché divulgatore di fake-news.

Infine, richiamando una precedente dichiarazione di Davide Faraone, componente della commissione parlamentare di vigilanza, ha aggiunto che il 1° agosto il PD darà battaglia, chiamando di fatto a raccolta anche le altre forze di opposizione.

Pd e LeU decisi contro Foa: si attende la decisione di Forza Italia

Per l'elezione di Foa a nuovo presidente della Rai, è necessario raggiungere i due terzi di voti positivi in commissione di Vigilanza, costituita da 40 membri. Dunque, bisogna mettere insieme almeno 27 consensi e, ad oggi, la differenza è rappresentata proprio dai 7 componenti di Forza Italia.

Il partito di Silvio Berlusconi, in queste ore, non ha fatto mistero di non aver gradito la candidatura di Foa, soprattutto per una questione di forma.

Infatti, come ha ricordato la capogruppo Mariastella Gelmini, Lega e M5S avrebbero dovuto indire un'istruttoria tra i vari gruppi parlamentari presenti in commissione, individuando insieme a loro un candidato che avrebbe certamente ottenuto i 2/3 dei voti. Invece il governo ha preferito procedere da solo, proponendo un nome e imponendo, di fatto, una sorta di "prendere o lasciare".

L'ex ministro dell'Istruzione ha fatto sapere che Forza Italia avvierà una "attenta riflessione", anche se al momento l'orientamento sarebbe verso un "no" a Foa. Si tratta, indubbiamente, di dichiarazioni che potrebbero avere un certo peso sull'intera vicenda: da un lato potrebbe rappresentare un deciso rifiuto del partito di Berlusconi al giornalista milanese; dall'altro invece potrebbe essere un implicito invito ad aprire una trattativa per raggiungere un eventuale compromesso.

PD capofila della rivolta anti-sovranista

Il PD, dunque, si erge a capofila di una singolare ribellione, rivolgendosi anche a Forza Italia in nome dell'anti-sovranismo. Marcello Foa, infatti, rappresenta soprattutto una scelta di Matteo Salvini, avallata da Luigi Di Maio. I due vicepremier, quindi, sembrano marciare compatti: infatti, mentre tra le fila dell'opposizione si susseguono duri attacchi al giornalista lombardo (Andrea Marcucci l'ha definito "un amico di Putin" che "ha ingiuriato il Capo dello Stato'), Di Maio l'ha difeso a spada tratta, ricordando che si tratta di un professionista "libero" e citando l'articolo 1 della Costituzione nel definire sovranità "una bella parola".

Da parte sua, Marcello Foa preferisce seguire la strada della diplomazia, affermando di voler rinnovare la Rai per riportarla allo splendore di un tempo, puntando ad esercitare con ancora più passione la sua professione giornalistica: "per permettere ai colleghi della Rai di lavorare nel migliore dei modi".