Non sappiamo ancora quale sia esattamente il ruolo del ministro Lorenzo Fontana all'interno del governo. Teoricamente il suo è il dicastero della famiglia, ma probabilmente è titolare anche della 'delega ai polveroni mediatici'. Dunque, dopo la stoccata sulle famiglie arcobaleno che aveva fatto gonfiare il petto agli integralisti cattolici, eccolo stavolta attaccare la Legge Mancino, la normativa del 25 giugno '93 che sanziona e condanna gesti, azioni e slogan dedicati al nazifascismo che hanno come scopo l'incitazione alla violenza e la discriminazione per motivazioni razziali, etniche o religiose.
La legge in questione punisce anche l'utilizzo di simboli legati al fascismo o al nazismo. Per Fontana, detta legge è da abrogare perché "fornisce una sponda ai globalisti per ammantare di antifascismo il loro razzismo anti-italiano". Apriti cielo, in questo clima incadescente dove comunque le aggressioni piuttosto frequenti ai danni di cittadini stranieri sono una realtà, con buona pace dei negazionisti. Ma come già accaduto nella circostanza delle famiglie arcobaleno, la provocazione del ministro Fontana è stata prontamente 'stoppata'.
Salvini tentenna, poi dice 'no'
Riflettere prima di parlare (o postare) dovrebbe essere la buona regola di qualunque persona, in particolare di un leader politico.
Matteo Salvini la pensa diversamente, ma stavolta la sua 'mezza retromarcia' è stata immediata. "Sono d'accordo, già in passato la Lega voleva abolire la Legge Mancino", dice il ministro dell'Interno che poi, però, precisa "non faremo una proposta di legge o una raccolta firme per abolirla, perché non è una nostra priorità.
Il governo pensa a lavoro, tasse e sicurezza".
Conte e Di Maio intervengono per tutelare la normativa
Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, intervenendo in merito al post di Fontana, ha puntualizzato che "l'argomento non è previsto nel contratto di governo e non è mai stato in discussione tra i membri dell'esecutivo" ed aggiunge anche che "gli strumenti legislativi che contrastano l'incitazione alla violenza e qualsiasi forma di discriminazione sono sacrosanti".
Dello stesso avviso il ministro del lavoro, Luigi Di Maio: ciò che scrive o pensa il ministro Fontana non è esattamente al centro della sua agenda politica. "Per me la Legge Mancino deve rimanere dov'è, invece le pensioni d'oro dovranno sparire alla velocità della luce", scrive il leader del M5S su Facebook.
Orfini: 'Fascisti al governo'
Ma ovviamente il post di Fontana, nel momento in cui è stato saggiamente frenato da premier e vicepremier, aveva già sollevato inevitabili polemiche. Tra queste la risposta del presidente del PD, Matteo Orfini che, in un tweet sottolinea che "a questo governo piacciono fascisti e razzisti, perché evidentemente fascisti e razzisti sono parte di questo governo".