Non si placano le polemiche che negli ultimi giorni hanno riguardato vari aspetti del governo in carica: dall'atteggiamento ambiguo della Lega, che sembra giocare su due tavoli (quello col M5S, con cui governa e cerca di costruire la manovra economica e quello con i partiti del centrodestra, con cui stringe accordi per le elezioni regionali), fino alla bufera suscitata dalla pubblicazione dell'audio riservato in cui il portavoce di palazzo Chigi, Rocco Casalino, minaccia di far pulizia tra i tecnici del ministero dell'Economia. Il vicepremier e leader del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio, si sente evidentemente sotto attacco e reagisce con decisione, tirando in ballo anche la presunta esistenza di un "lato oscuro dello Stato", che agirebbe appunto contro il Movimento.

Di Maio invita a tenere alta la guardia

In una lettera ai parlamentari M5S, Di Maio fa notare come al governo ci siano due partiti, ma tutti (altri partiti, burocrati dei ministeri, gruppi di potere) scelgono sempre di schierarsi contro il Movimento, piuttosto che contro la Lega. Ciò sarebbe dovuto, sempre secondo il vicepremier, al fatto che il già citato "lato oscuro" dello Stato è certo di non poter trovare alcuna sponda nel M5S, circostanza che deve rendere i militanti orgogliosi, ma che nello stesso tempo impone di tenere sempre ben alta la guardia.

Per il leader M5S il governo marcia unito

Il leader pentastellato si sente anche vittima di una campagna ostile da parte dei mezzi d'informazione.

Gli pare "surreale" che il governo venga presentato, nei dibattiti degli ultimi giorni, come frammentato e vicino al capolinea, mentre lui ritiene che su tutte le tematiche più importanti (flat tax, riforma delle pensioni, reddito di cittadinanza) ci sia una salda unità d'intenti: si discute, certo, ma tutti vogliono fare queste riforme.

Difficile capire quanto le valutazioni di Di Maio riflettano o meno la realtà. A tratti, sembra di ravvisare in esse pericolose esagerazioni, soprattutto per la genericità delle accuse (si parla di burocrati, di tecnici, ma si rimane sostanzialmente in una vaghezza tipica di ogni teoria del complotto), anche se, politicamente parlando, i segnali di un possibile assedio al M5S non mancano.

Ne ricordiamo due: da una parte la reazione gelida, da parte degli alleati di governo, agli attacchi subiti da Casalino (mentre Conte lo difendeva a spada tratta, la Lega si smarcava completamente, col sottosegretario Giorgetti che si limitava a far notare che Casalino non ha il potere di far fuori nessuno); dall'altra la durissima condanna dello stesso Casalino arrivata, invece, sia dal Partito Democratico che da Forza Italia, partiti posizionati su sponde opposte, ma considerati entrambi pericolosi avversari dal M5S.