Un improvviso e preoccupante segnale di intolleranza potrebbe giungere da un’insospettabile fonte. La Germania di Angela Merkel pare voler smentire i nobili valori di integrazione e accoglienza, più volte proclamati a modello globale. Adesso i cittadini italiani disoccupati, dunque “aspiranti poveri”, hanno le ore contate: rischiano infatti l’espulsione dal Paese. A comunicar loro questa possibile scadenza, una lettera, recapitata agli interessati, a mezzo raccomandata, in cui si leggono testuali parole: “Lei, per la mancanza di mezzi di sussistenza, perde il diritto alla libertà di circolazione ed è a rischio di espulsione”.

Lavoro entro sei mesi o fuori dalla Germania

All’origine di una tale presa di posizione, la sensazione che il governo avesse “esagerato” nell’elargire i sussidi sociali, avendo elevato il periodo di permanenza protetto dal suddetto sussidio, da tre mesi a cinque anni. Emerge forse per questo la necessità di ridimensionare i tempi e le condizioni alla base della “libera circolazione”, attrattiva troppo allettante per i cittadini europei. Fin qui la teoria. La sostanza prevede che i destinatari della missiva abbiano “libertà di soggiorno nel territorio federale finché disporranno di adeguata protezione sanitaria e mezzi di sussistenza sufficienti”. Coloro i quali dovessero esserne sprovvisti, saranno invitati a trovarsi in fretta un’occupazione, o, in alternativa, rientrare in Patria.

Sarebe anche previsto un ultimatum, che va dai 15 giorni ai sei mesi. Altrimenti si procederà all'abschiebung, ovvero espulsione coatta.

"Se tutto ciò fosse vero, sarebbe molto grave e andrebbe a colpire l'essenza stessa dell'Unione Europea", ha commentato il sottosegretario agli Esteri, Riccardo Merlo, in un'intervista all'Ansa.

"Accusare l'Italia di difendere l'Europa dall'immigrazione clandestina e illegale e poi mettere in discussione un diritto fondamentale dei cittadini UE, sarebbe paradossale".

A rendere conto dei fatti, intanto, un'emittente locale, Radio Colonia, nel corso di una trasmissione in lingua italiana, "Cosmo", nella quale sono intervenuti i rappresentanti dei patronati sindacali e i cittadini coinvolti.

Testimonianze di malcontento

Tra le testimonianze di malcontento e incredulità, emerge quella di un'immigrata italiana trasferitasi in Germania cinque anni fa, costretta a smettere di lavorare in seguito a una gravidanza, alla quale spettava dunque il sussidio sociale. Dopo tre mesi di attesa è stata convocata dall'Ufficio per gli immigrati che le ha comunicato il termine perentorio di quindici giorni per trovare un Lavoro, altrimenti sarebbe stata rimpatriata. Le sarebbe stato addirittura offerto il biglietto di ritorno per lei ed i suoi figli se non avesse potuto permettersi di pagarlo.