È un Mario Adinolfi come sempre senza peli sulla lingua quello che, ospite questa mattina di Radio Cusano Campus, ha tuonato contro gli attuali dirigenti del Pd accusandoli, in pratica, di stare dalla parte dei ricchi e contro i poveri. Motivo della rabbia di Adinolfi è la recente manifestazione organizzata dai Dem nella romana piazza del Popolo per protestare contro le politiche del governo M5S-Lega, compreso quel reddito di cittadinanza che, secondo il fondatore del Popolo della Famiglia, è uno strumento pensato in favore dei poveri. Adinolfi parla di “deriva antipopolare” del Partito Democratico, i cui vertici avrebbero deciso di stare dalla parte di banchieri e lobbisti, voltando le spalle agli interessi delle classi meno abbienti.

L’esatto contrario di quanto dovrebbe fare un partito che si dice di sinistra.

Sinistra in piazza contro i soldi ai poveri

La sua invettiva anti Pd, Mario Adinolfi decide di farla dai microfoni della trasmissione radiofonica di Radio Cusano Campus, L’Italia s’è desta, condotta dal trio formato da Matteo Torrioli, Gianluca Fabi e Daniel Moretti. Il corpulento Adinolfi ricorda innanzitutto di essere stato tra i fondatori e anche candidato alla segreteria di via del Nazareno, tanto per far comprendere quanto sia vicino al partito. Afferma di aver compreso da tempo che nel Partito Democratico sarebbe partita una “deriva antipopolare contro gli interessi del popolo”, della quale, peraltro, i dirigenti, non si sarebbero ancora accorti.

Insomma, si è deciso di scegliere la “strada più comoda”, quella dell’appoggio incondizionato a banchieri, lobbisti ed eurocrati. La rappresentazione plastica di questa mutazione genetica di quello che una volta era il più grande movimento politico della sinistra italiana sarebbe proprio la manifestazione contro il reddito di cittadinanza.

Credibile che la sinistra vada in piazza perché si danno soldi ai poveri?”, si chiede retoricamente Adinolfi.

La sinistra che si identifica con la difesa dei diritti civili è ‘folle’

Secondo il fondamentalista cattolico Adinolfi, infatti, è innegabile ammettere che la manovra economica pensata dal governo gialloverde ha lo scopo di mettere più soldi in tasca a pensionati con pensioni da fame, a disoccupati e, più in generale, a tutti gli ultimi della scala sociale.

Un tema che la sinistra, a suo modo di vedere, non può proprio adottare allo scopo di fare opposizione. Ma Adinolfi considera “folle” anche che la sinistra identifichi la sua lotta solo con la “difesa dei diritti civili” come aborto ed eutanasia che, a suo modo di vedere, rappresenterebbero un “assalto ad altri poveri”.

L’attacco a Matteo Renzi

Per il giornalista e blogger romano, dunque, a quelli del Pd “la parola famiglia fa schifo”. Ma non solo, perché i dirigenti Dem, che dice di conoscere bene, “vanno in vacanza con lo yacht a Ponza”, convinti erroneamente di poter adottare “comportamenti privati completamente staccati dal rapporto” con quelli che vengono definiti “gli ultimi”. L’esempio citato, anche se il suo nome non viene fatto, è quello di Matteo Renzi perché, attacca Adinolfi, condurre una trasmissione sulle tv di Berlusconi grazie al manager Lucio Presta (lo stesso di Benigni) e farsi una villa da 1 milione e mezzo di euro “crea una enorme di stanza con il mondo della sinistra”. Dare continuamente dei “fascisti” a chi vorrebbe elargire 780 euro ai poveri, poi, rappresenta un colpo mortale alla propria credibilità.