Nessuno lo scorso 4 marzo 2018 si sarebbe mai immaginato di vedere una bandiera del M5S bruciata pubblicamente. E soprattutto che questo avvenisse nel sud Italia che ha votato compatto per il partito di Luigi di Maio. Non solo questo è successo, ma è accaduto anche di più. A San Foca di Meledugno, in terra di Puglia, dove dovrebbe approdare la Trans Adriatic Pipeline, conosciuta come il gasdotto Tap, molti cittadini hanno addirittura strappato la tessera elettorale: chiaro segno di delusione per le promesse non mantenute: in particolare, quella di bloccare la costruzione del gasdotto.

Gli attivisti No Tap, che nei giorni scorsi hanno anche sfilato in corteo, stanno insomma attuando una vera e propria rivolta contro quel movimento a cui si erano affidati alle ultime elezioni, sperando di poter vedere rappresentata la propria vertenza.

Le motivazioni dei Cinquestelle

Il via libera ai lavori per la realizzazione è stato dato direttamente dal Premier Giuseppe Conte con l'avallo del Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi di Maio. Quest'ultimo per giustificare l'assenso del Governo e del suo partito al gasdotto ha parlato del fatto che lo Stato, in caso di diniego al proseguimento dei lavori, sarebbe stato costretto a pagare una penale di circa 20 miliardi di euro. Ma come hanno fatto subito notare diversi esponenti dell'opposizione, tra cui l'ex Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, il Governo italiano non ha sottoscritto alcun contratto formale: di conseguenza non si può affermare che quest'ultimo sia tenuto al pagamento di alcuna penale.

Il tweet di Emiliano

Anche il Governatore della Puglia Michele Emiliano ha colto la palla al balzo per dare "un colpo al cerchio e uno alla botte".

In un post pubblicato su Twitter il Governatore pugliese ha definito come devastante la delusione per quello che, a suo modo di vedere, è un vero e proprio voltafaccia dei 5 Stelle.

E, inoltre, ha sfruttato l'occasione per togliersi anche qualche sassolino dalla scarpa accostando l'operato dei "grillini di governo" a quello dell'ex segretario del Pd quando era Presidente del Consiglio. Infatti ha utilizzato l'hashtag "M5S un disastro alla Renzi". Ma non si è limitato a questo. Emiliano ha evidenziato come molti, in Puglia, prima di votare M5S votavano per il PD e ora quei voti sono ad uso e consumo della Lega di Matteo Salvini.

Gli attivisti chiedono le dimissioni dei parlamentari del M5S

La delusione tra i cittadini pugliesi è cocente tanto che gli attivisti No Tap sono arrivati a chiedere che i 7 parlamentari eletti nelle file dei Cinquestelle grazie alle percentuali bulgare ottenute in Puglia dal partito di Di Maio, compresa l'attuale Ministra per il Sud Barbara Lezzi, diano immediatamente le dimissioni.

A parlare per i suoi concittadini delusi è lo stesso Sindaco di Melendugno, Marco Potì (eletto con una lista civica di centrosinistra) che alle ultime elezioni aveva votato per il M5S. Secondo Potì le promesse elettorali vanno mantenute. Anche perché si tratta di una lotta portata avanti per ben sei anni che non può essere cancellata in pochi giorni.

Per il Sindaco pugliese il Governo, o almeno una sua parte, non ha avuto il coraggio di prendere le opportune decisioni politiche. E rincarando la dose, Potì ha dato voce a quello che si dice in questi giorni fra molti No Tap: “Il ministro Salvini, che fa parte di questo governo, ha preso l'impegno di non fare entrare le navi nei porti italiani e lo ha mantenuto violando Trattato di Dublino, mentre Di Maio e Conte non hanno il coraggio e la volontà di fermare quest'opera, definita giustamente una follia ingegneristica”.

Sta di fatto che il via libera al Tap viene vissuto dai cittadini di Melendugno come un vero e proprio tradimento da parte dei pentastellati e ricucire questo strappo pare molto difficile.