Alle 17.00 di oggi il Consiglio dei Ministri si riunirà per elaborare la bozza della manovra economica da inviare ai tecnici di Bruxelles. All'interno della bozza, anche la proposta di deficit al 2,4%, che all' Europa non piace. Prima di questo vertice, questa mattina, sarà all'esame del governo il decreto fiscale collegato alla manovra, che prevede il reddito di cittadinanza, flat tax e quota 100, tutti da inserire gradualmente nel giro di qualche mese al fine di trovare i soldi per poter finanziare tutte le promesse che sono state fatte in campagna elettorale.

Per poter trovare i fondi il governo ha pensato ad una sforbiciata per quanto riguarda le pensioni sopra i 4.500,00 euro netti al mese. Una manovra economica che secondo le previsioni dovrebbe subire un primo stop dalla Commissione europea già domani, con lettera allegata nella quale saranno spiegati i motivi per cui così come prodotta porterebbe l'Italia al collasso economico-finanziario a causa del fatto che tale documento economico è stato fatto sostanzialmente in deficit, puntando su previsioni di crescita e occupazione che la stessa Commissione in un rapporto precedente ha definito ottimistiche. A dispetto delle parole dei Commissari europei, invece, i due Vice Premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio affermano che le coperture ci sono e che manderanno avanti il loro programma di governo.

Il gelo con il Ministro Tria

Mancano in tutto questo vortice di dichiarazioni quelle del Ministro dell'Economia Giovanni Tria, spesso al centro della disputa tra i due Vice Premier, e delle loro richieste di maggiori risorse per mandare avanti i loro diversi programmi. Di questi giorni la minaccia di Matteo Salvini che intimava l'inquilino di Via XX settembre di attenersi al contratto di governo al quale anche lui ha aderito, accettando di diventarne guardiano dei conti seppur sospinto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il Ministro è infatti preoccupato tanto dalla tenuta dei conti pubblici, quanto dalla possibile bocciatura da parte di Bruxelles, la quale sarebbe un vero e proprio smacco non solo per Tria ma anche per il Capo dello Stato che ha voluto lui al posto del designato dalle forze di maggioranza Paolo Savona, finito poi al Ministero degli Affari europei. Più volte infatti sono state ventilate le dimissioni del Ministro del Tesoro dopo le pressioni subite dai due leader di governo, che però non hanno mai portato a nulla di concreto.