L'ANPI - Associazione nazionale partigiani – nella persona della sua presidente, Carla Nespolo, ha chiesto al Movimento Cinque Stelle di cessare il silenzio sul caso del modello di integrazione che ha reso Riace una realtà praticamente unica in Italia. “Non girate lo sguardo dall'altra parte” - queste le sue parole per ricordare al M5S che la Calabria è afflitta da problematiche ben più gravi, come mafia e n'drangheta, su cui si dovrebbe dirigere l'attenzione, invece che su “un uomo onesto come Mimmo Lucano”. La Nespolo si pronuncia sul possibile spostamento dei 200 migranti, che definisce come “un ulteriore atto di violenza e vendetta” nei confronti di una esperienza di integrazione “esemplare”.

L'ANPI prosegue ponendo dei quesiti che fanno riflettere, come il perché di tanto accanimento da parte del Ministro Salvini, quasi nel tentativo di cancellare qualunque esperienza che smentisca la teoria del Ministro “immigrazione=delinquenza”.

Ma l'associazione dei partigiani non è l'unica a esprimersi sul tema.

Gli appelli dal mondo politico e sociale

Dalla Calabria arriva la voce della CGIL che chiede, a tutti i parlamentari della Regione e al suo presidente Oliverio, un intervento per “far ritirare” il provvedimento di spostamento dei migranti, richiamando un passato fatto di “anni bui”, che va fermato “in nome dell'umanità”. Mentre dalla convention "Piazza Grande" a Roma arriva l'intervento di Nicola Zingaretti che ha definito l'azione di Salvini come “un atto immondo”.

Un coro di voci a poca distanza della notizia giunta dal Viminale: “Nessun trasferimento obbligatorio” dei migranti, che avranno due possibilità, ovvero restare a Riace senza poter usufruire del sistema attuale di accoglienza o essere trasferiti in altri progetti Sprar, il tutto mentre il Sindaco Mimmo Lucano fa sapere, senza alcuna esitazione, che rifarebbe tutto, parlando di una vera e propria persecuzione che non risale a oggi, ma è iniziata diversi anni fa.

A dimostrarlo sarebbero due relazioni della Prefettura di Reggio Calabria, in netta contraddizione l'una rispetto all'altra. Dapprima una relazione positiva, poi quasi smentita da un'altra negativa.

Parole di chiarificazione vengono pronunciate dal giurista, Gianfranco Schiavone, che spiega come non sia possibile spostare in breve tempo i migranti, né tanto meno in due mesi, in quanto inseriti all'interno di "programmi di integrazione e di formazione" che devono essere portati a termine, e definisce il provvedimento come una "sproporzione" rispetto a quelle che individua quali "carenze formali e procedurali della parte amministrativa".