L'assoluzione di Virginia Raggi sembra essere già andata in archivio in quanto ad esposizione mediatica. Ciò di cui si parla maggiormente è il trattamento che il Movimento Cinque Stelle ha riservato alla classe giornalistica, rea di aver affrontato in maniera scorretta la vicenda relativa al Sindaco di Roma. A partire da Di Battista, per finire a Di Maio, i toni si sono fatti asperrimi nei confronti dei professionisti della comunicazione e questo ha innescato una serie di reazioni, culminate con una vera e propria bacchettata dell'Agcom nei confronti di chi attacca la stampa.

E quest'ultimo dato non ha certo placato i toni del capo politico del partito grillino che, attraverso una diretta Facebook, non è sembrato indietreggiare di un passo.

La bacchettata dell'Agcom

Tra le tante voci che si sono ascoltate in queste ultime ore, si è potuta notare una certa insofferenza rispetto al fatto che chi occupa scranni governativi si sia trovato a commentare l'operato dell'informazione. Al di là, però, delle opinioni di parte sulla questione è intervenuta l'Agcom. L'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha avuto modo di mettere in evidenza come qualsiasi attacco agli organi di stampa lede il pluralismo dell'informazione e del diritto di cronaca e di critica. Parole che, in un certo senso, fanno il paio con quelle del Presidente della Repubblica che si era espresso sulla stessa lunghezza d'onda.

Di Maio propone un tavolo per i giornalisti ed attacca le opposizioni

Luigi Di Maio, come più volte è stato sottolineato, possiede un tesserino di giornalista pubblicista. Ed in un certo senso ha detto di volersi spendere per i colleghi, facendo leva sulla sua posizione di Ministro del Lavoro andando ad affrontare la problematica dei giornalisti sottopagati, al limite dello sfruttamento.

Ed è proprio nelle ultime ore che si è detto disponibile ad un tavolo tecnico con l'OdG e la Fnsi, proprio mentre diverse manifestaizoni contro gli insulti del Movimento Cinque Stelle alla stampa venivano organizzate in tutta Italia.

Nel corso di una diretta Facebook ha, inoltre, ha avuto modo di attaccare Berlusconi che aveva parlato di clima illiberale, evidenziando che questo lo faceva un po' ridere poiché il Cavaliere "rappresenta la classe politica che governando ha epurato Biaggi, Luttazzi e Santoro".

Di Maio, inoltre, ha parlato di epoca renziana in cui Gabanelli, Giannini, Giletti, Floris, Mercalli e Porro sono stati mandati via dalla Rai, mentre il M5S li ha sempre difesi.

“Per noi - ha concluso - la libertà dell’informazione è sacra, ma libertà di stampa non può essere libertà di dire bugie, libertà di offendere. Se c’è la libertà di raccontare menzogne, io ho il diritto di difendermi”.