Intervenuta a Coffee Break, appuntamento quotidiano in onda su La7, l'ex sindacalista della UGL, la forzista Renata Polverini, ha espresso la propria opinione sui cavalli di battaglia dei due partiti di Governo (Lega e M5S): rispettivamente quota 100 e reddito di cittadinanza. A proposito del reddito di cittadinanza, la deputata di Forza Italia ha dichiarato: "Qualche giorno fa scherzando con degli amici, abbiamo detto che forse è meglio andare a lavorare per dimostrare di non avere reddito. Luigi Di Maio propone che occorre passare per i centri dell'impiego che come sappiamo non hanno una riforma e comunque i soldi stanziati non lasciano presagire che funzioneranno così perfettamente come il reddito richiede.
Meglio utilizzare i soldi del reddito di cittadinanza per creare lavoro. Quindi coinvolgere le imprese e mettere in campo una sorta di decontribuzione. Tutto ciò che occorre per mandare le persone a lavoro invece di stare sdraiate sul divano. Giovani e meno giovani. Se si va in quella direzione, noi daremo una mano. Ma non mi pare che in questo momento all'interno del Governo ci siano idee molto chiare".
L'ex Presidente della Regione Lazio ha poi ripreso la parola affermando: "L'altro giorno parlando con un amico, mi diceva che il figlio è tornato in banca dopo 15 giorni per accedere ad un mutuo e ovviamente la banca gli ha sottoposto un tasso molto più elevato. E' evidente che quello che dice Moscovici si ripercuote quotidianamente sui risparmi degli italiani e sulla vita delle persone, a partire dalla grande questione dei mutui e dei risparmi.
Perciò noi all'Europa e all'Italia dobbiamo dare una prospettiva di sviluppo".
Polverini: 'Si rimetta al centro del dibattito la riduzione del costo del lavoro'
La deputata Polverini ha concluso il suo intervento su La7, affermando: "Non possiamo continuare a ragionare soltanto dello zero virgola. Questo Paese non può pensare di crescere attraverso l'erogazione del reddito di cittadinanza, la famosa quota 100 e la sicurezza.
Tre cose molto importanti ma che non riescono a rimettere in moto l'economia del nostro Paese. Bisogna rimettere al centro della questione il ruolo delle imprese nelle attività del Parlamento italiano. Penso che ci dovremmo ricominciare a preoccupare per esempio della riduzione del costo del lavoro, un tema che è quasi scomparso definitivamente dal dibattito politico. Bisogna guardare con attenzione a come inserire o reinserire le persone nel mercato del lavoro".