La crociata di Salvini contro i mulini a vento della modulistica per la richiesta del rilascio del documento di identità per i cittadini minorenni, rischia di diventare un nodo allo stomaco nei piani del leader leghista di normalizzazione dello Stato. Mai nascosti, infatti, sono stati i sentimenti del ministro degli Interni, nei confronti delle “famiglie non naturali”, un bambino infatti non può nascere da due papà o due mamme, quindi è giusto che la somma di questa legge anatomica venga applicata come requisito per il rilascio del documento d'identità.

Un diritto sacrosanto, quello di un bambino di avere un papà e una mamma.

Per il Leader della Lega infatti l'alt dell'Authoriry non arresterà la norma per cui nella modulistica per la richiesta della Carta d'identità, madre e padre compariranno come univoche e chiare voci di attribuzione genitoriale, in quanto dice lo stesso Salvini “non esiste privacy che neghi il diritto ad un bimbo di avere una mamma e un papà. Noi andiamo avanti!”.

Il Garante spiega nella nota rilasciata al Viminale che “la modifica in esame è suscettibile di introdurre, ex novo, profili di criticità nei casi in cui la richiesta della carta di identità, per un soggetto minore, è presentata da figure esercenti la responsabilità genitoriale che non siano esattamente riconducibili alla specificazione terminologica 'padre o 'madre.

Ciò, in particolare, nel caso in cui sia prevista la richiesta congiunta (l'assenso) di entrambi i genitori del minore (documento valido per l'espatrio)”.

Non volendosi scoprire apertamente, introduce silenziosamente il tema sempre caro alla Destra, la famiglia

Non lo fa a livello politico ma si limita ad azioni di propaganda, ormai classico del destrismo salviniano, per far leva sull'ala cattolico-conservatrice molto radicata in Italia.

Il dibattito infatti non è centrato sul merito di questa norma: che potrebbe addirittura entrare in conflitto con se stessa, violando anche la legge, se il documento venisse rilasciato ad un minorenne i quali ha come tutori, dei parenti, o figure che in quel momento ne hanno la patria potestà, essi non essendo ne madre ne padre del bambino, sarebbero impossibilitati a compilare il modulo, ne il funzionario può certificare il falso in quanto la persino la genitorialità potrebbe non coincidere col sesso dei genitori.

Quindi un bambino che va in affido da un nucleo famigliare a un altro, o che magari viene preso in affidamento dai nonni, non può ottenere il rilascio del documento perché chi esercita la patria potestà non è ne suo padre ne sua madre. Il funzionario del comune attesterebbe il falso se rilasciasse il documento, come spiega l'Authority.

Il gioco della semantica sempre caro alla Destra

Dopo decenni di progresso si ritorna a visioni oscurantiste, tristemente medievali, arricchite di patetico e surreale, dove una parola può significare anche di espellere dalla società chi è privo dei requisiti, si negherà ad un bambino il diritto di andare in gita con la scuola fuori dall'Italia, perché mamma e papà l'hanno buttato nel cassonetto, e ora vive con le due zie, oppure quando quella madre o padre ne diventano i carnefici.

La demagogia scatenata con questi mezzucci è offensiva verso un popolo che non vive più negli anni venti. A quando i comitati di salute pubblica? Non solo l'autorità Garante della Privacy ha stigmatizzato la disposizione del Viminale, come riportato sul il Fatto quotidiano, infatti l’Unar, l’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali della Presidenza del Consiglio dei Ministri ha presentato le stesse obbiezioni riguardo alla criticità di tale disposizione, la disparità di trattamento infatti violerebbe i principi di uguaglianza, ed anche la privacy degli interessati che sarebbero costretti a condividere informazioni personali non necessarie.

La società di oggi non può essere riassunta in due termini e la sua complessità, ne impedisce la derubricazione al concetto alquanto svilente, di atto riproduttivo.

Quindi ecco i mulini a vento con la semantica a fare da bersaglio. A meno che dopo non si voglia magari introdurre la specificazione sotto la scritta padre come ad esempio (ignoto), o rispolverare il vecchio termine cavalleresco “bastardo”, quali saranno i confini?

La verità è che sono solo manovre per attrarre consenso, e ne evidenzia la chiara contrarietà alla discussione seria e ponderata del tema Famiglia in Parlamento, coinvolgendo le opposizioni.

Da anni ormai il legislatore ha abdicato al suo dovere lasciando ai giudici l'onere di esprimersi in materia.