"Il tuo Paese. Il tuo futuro. Ora!". Questo è lo slogan che campeggia su una serie di manifesti, con i quali il Ministero degli Interni tedesco sta rivolgendo una sorta di invito a scadenza ai migranti, affinché si attivino per effettuare un rimpatrio volontario. Per i richiedenti asilo, le istituzioni hanno anche diffuso dei messaggi scritti in diverse lingue, attraverso i quali "consigliano" agli immigrati a lasciare la Germania per costruirsi un futuro nei rispettivi Paesi di provenienza.

Dunque, sembra proprio che la Germania delle frontiere aperte ora consideri i profughi come una sorta di peso da smaltire attraverso questo progetto gestito dall'ufficio governativo per i migranti che online fornisce tutte le indicazioni per avviarsi verso il rimpatrio volontario, volantini e dépliant inclusi.

La polemica è già scoppiata sul web, con l'hashtag #returningfromgermany utilizzato per criticare apertamente la campagna, con molti cittadini che stanno pubblicando le fotografie dei manifesti oggetto di contestazione, molti dei quali sono stati anche imbrattati in segno di protesta.

Returning from Germany: il rimpatrio volontario

Il progetto dell'ufficio per i migranti di Berlino consiste nel convincere i richiedenti asilo - che in Germania non avranno un futuro - a rientrare nei loro Paesi.

Tuttavia, l'iniziativa sembra quasi un modo per dire "educatamente" a costoro che non sono desiderati in terra tedesca. Secondo una parte dell'opinione pubblica, risuona come una sorta di "deportazione non violenta" ma forse più subdola, poiché l'immigrato, invece di essere stipato in piedi nel vagone di un treno, viene rispedito a casa a bordo di un aereo con un volo economico.

Dunque, un modo per accompagnare "civilmente" queste persone alla porta.

La proposta, però, ha anche una scadenza, ovvero fino al 31 dicembre 2018. Il progetto prevede un biglietto di viaggio (solo ritorno), 12 mesi di affitto (nel paese di origine), assicurazione sanitaria pagata e una consulenza per trovare lavoro o addirittura per avviare una Start-up.

Questa, dunque, è la proposta avanzata dalla Germania per trovare un po' di tranquillità nella gestione della crisi migratoria.

Tante bandierine in fila come dei piccoli vagoni

L'indignazione dell'opinione pubblica tedesca e non solo scaturisce dall'atteggiamento delle istituzioni che, nel presentare il progetto, sembrano utilizzare un tono categorico, una sorta di ultimatum rivolto ad una minoranza. In effetti, sembra mancare solo l'esortazione "Schnell! Schnell!" per completare il quadro.

Sarà inverno ma, in Europa, il cielo è sempre più grigio. Un'Europa sempre più isolazionista, meno accogliente e più xenofoba.

Una direzione che il nostro continente ha già percorso: anche allora cominciò con dei manifesti, inviti più o meno espliciti a cambiare aria che finirono poi con dei vagoni nei quali le persone venivano ammucchiate come bestie.

Considerando che non è passato neanche un secolo da allora, viene da chiedersi: quando è lo Stato che rivolge questo invito, cosa succede a chi lo rifiuta? Quale sarà il secondo passo dopo questo progetto di rimpatrio volontario? Nel Paese tedesco la coscienza storica è molto più viva che in Italia dove, per fortuna, non abbiamo molta familiarità con i vagoni della morte.

La polemica, in queste ore, sta infuriando in Germania, dove molti stanno definendo il progetto, il cartellone e la propaganda immorali, soprattutto perché arriva dalle istituzioni. Solo che oggi le "deportazioni" si fanno con i guanti bianchi, sembrano più umane, forse al passo con i tempi, giusto per dare l'opportunità di girarsi dall'altra parte.