Ancora un prete contro Matteo Salvini, da tempo nel mirino di non pochi uomini di Chiesa per le politiche di 'tolleranza zero' in materia di immigrazione e ordine pubblico. A criticare ferocemente il ministro dell’Interno, stavolta, è stato un parroco di Castelfranco Veneto, protagonista di un’omelia al vetriolo con passaggi espressamente indirizzati al Viminale e ai “populisti” al governo: per Don Claudio Miglioranza “odio e razzismo” diffusi in Italia sarebbero il frutto avvelenato delle ricette leghiste, sintetizzate da slogan divisivi come “ruspa” e “la pacchia è finita”.

Prete attacca Matteo Salvini durante l'omelia della domenica

La predica del religioso veneto, però, non ha riscosso unanimi consensi tra i fedeli presenti nella parrocchia della Pieve durante la cerimonia della domenica mattina. Alcuni tra i convenuti, infatti, si sono mostrati infastiditi per gli strali lanciati dal prelato nei confronti del leder della Lega dal pulpito, nel corso della rituale celebrazione, e uno di essi si è alzato polemicamente dai banchi prendendo le distanze da quanto ascoltato poco prima. “Don Claudio è un sacerdote oppure un onorevole, attivista o sindacalista?”, la domanda rivolta ironicamente da Giorgio Vigni, esponente del movimento federalista Life che si era allontanato dal luogo di culto per poi rientrare a fine Messa.

La predica del prete divide i fedeli: polemiche a messa

Per il (silenzioso) contestatore, un cristiano avrebbe diritto di “andare in Chiesa solo per ascoltare la parola di Dio”, anziché discorsi a contenuto politico non condivisi peraltro da ampi settori della comunità dei credenti. Quanto avvenuto ieri intorno alle 12 alla Pieve di Castelfranco Veneto è solo l’ultimo in ordine cronologico di una serie di episodi che hanno visto contrapposti da una parte religiosi come don Farinella e don Favarin, dall’altra Matteo Salvini, oggetto di pesanti attacchi ad opera di religiosi pronti a mettere in discussione anche il presepe e le celebrazioni natalizie in polemica con le scelte del Viminale.

Dalla chiusura dei porti alle imbarcazioni delle ONG alla stretta su permessi umanitari e fondi per l’accoglienza del Decreto Sicurezza, i provvedimenti 'bandiera' del ministro dell’Interno non sono andati giù a tanti sacerdoti schierati apertamente con i migranti e “gli ultimi” a loro avviso perseguitati dall’attuale governo.